Il Tribunale di Taranto, per la prima volta dopo le pronunce negative degli scorsi mesi della Corte di Cassazione, ha accolto la richiesta di formazione dell’atto di nascita di due gemellini con l’indicazione di entrambe le mamme. Al momento della nascita la coppia si era rivolta al proprio Comune di residenza, in provincia di Taranto, chiedendo il riconoscimento alla nascita dei gemelli da parte di entrambe le mamme, ricevendo però un rifiuto da parte dell’Ufficiale dello stato civile, rifiuto impugnato davanti al Tribunale di Taranto.
I bambini oggi hanno poco più di un anno. Le due donne si sono unite civilmente nel novembre del 2016 ed hanno “fatto concordemente ricorso ad un procedimento di procreazione medicalmente assistita eterologa effettuata all’estero”. Il Collegio giudicante – pur dando atto dell’accesa querelle giurisprudenziale che ha visto contrapporsi da un lato le numerose pronunce di merito che davano ragione alle mamme e dall’altro il costante orientamento contrario della Corte di Cassazione (espresso in ben otto decisioni) – non ha ritenuto legittimo il rifiuto. Il Tribunale di Taranto, infatti, non ha condiviso lo spostamento dell’analisi giuridica dal piano della tutela del ‘miglior interesse del minore’, che rappresenta la questione centrale, al profilo del divieto imposto a due donne dalla legge italiana di accedere a un percorso di Procreazione Medicalmente Assistita, percorso seguito dalle due donne che hanno chiesto in questo caso la richiesta di formazione dell’atto di nascita di due gemellini con l’indicazione di entrambe le mamme. Proprio la formazione dell’atto di nascita con due mamme, osserva il Tribunale, “risponde alla tutela del miglior interesse dei gemelli, che hanno diritto a vedersi riconosciuta là bigenitorialità all’interno del contesto familiare in cui sono venuti al mondo e in cui risultano stabilmente inseriti. La vita affettiva familiare dei minori deve essere tutelata e non può essere discriminata per ragioni legate alla loro nascita.
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