Siglato l’atto notarile che certifica la proprietà del seicentesco ipogeo scavato in un costone della lama. Raggiunta l’intesa con gli ex proprietari, gli eredi Pietracito
LATERZA – C’è nero su bianco: la Cantina Spagnola è ufficialmente, e finalmente, di proprietà comunale. L’acquisizione al patrimonio municipale del seicentesco ipogeo scavato in un costone della lama lungo cui, tra il Santuario Mater Domini e l’antica Fontana «scorre» oggi via Concerie, è stato formalmente perfezionato con atto notarile il 23 febbraio scorso, sulla base dell’intesa raggiunta con gli ex proprietari, gli eredi Pietracito, poi approvata in Consiglio comunale, maggioranza e opposizione insieme, il 25 giugno di un anno fa. La Cantina Spagnola è passata al Comune per 42mila euro complessivi, 2mila dei quali dovuti a spese per «aggiornamento documentale», sostenute dagli stessi proprietari.
Un’attesa lunga, quasi una lotta contro il tempo e il temuto dissolvimento di un bene davvero unico nel suo genere. «È appena successa una di quelle cose che mi ricorda quanto bello, emozionante possa essere amministrare. Come delegata al Patrimonio e al Turismo ho seguito questa vicenda negli ultimi due anni, appassionatamente e con non poche difficoltà: era necessario superare alcuni ostacoli burocratici e sembrava quasi impossibile che accadesse»: non sa trattenere entusiasmo e gioia l’assessora Sabrina Sannelli. Mentre «un grande traguardo che inorgoglisce noi e tutta Laterza» commenta il sindaco Franco Frigiola, con la stessa Sannelli ringraziando l’ufficio Patrimonio dell’ente «per il grande lavoro profuso».
L’iter. Scaduto il comodato d’uso a dicembre 2016, l’ipogeo era rimasto chiuso a studiosi e turisti. Da qui la decisione di acquisirlo al patrimonio comunale attraverso la formula della permuta: dopo l’approvazione del provvedimento con il quale, il 26 luglio 2019, l’intero Consiglio approvava il disciplinare per il passaggio al Comune della “Cantina”. L’operazione si era interrotta per la presenza del vincolo di uso civico sul terreno interessato. Si cambiava così direzione, fino alla seduta del 25 giugno 2022 in cui, a intesa tra le parti raggiunta, il Consiglio comunale deliberava appunto di «acquistare con procedura diretta il cespite denominato Cantina Spagnola» al prezzo di 40mila euro, «come da perizia di stima redatta dai tecnici comunali il 7 dicembre 2016».
Fascino e mistero. Gli affreschi – sacro e profano insieme -, e i bassorilievi ancora presenti fanno della Cantina Spagnola un «unicum» intorno al quale si susseguono studi e ricerche, a cominciare dal primo contributo dato in «L’eremitismo in Puglia» (Adda, Bari, luglio 1975), per il Centro ricerche storiche della Pro Loco di Laterza, da Carlo dell’Aquila – che ha poi curato nel 1998 una monografia sull’ipogeo -, Franco dell’Aquila ed Egidio Lenti. È del 2001, invece, lo studio di Walter Ivone e Anastasio Cazzolla, pubblicato sulla rivista «Umanesimo della Pietra» (Edizioni Pugliesi, Martina Franca): «Si tratta, quasi certamente – vi si legge -, di una Sala-Tempio, luogo d’iniziazione e d’incontro di una consorteria iniziatica» della seconda metà del XVII secolo, periodo in cui Laterza era sotto il marchesato dei Perez Navarrete, nobili di origine spagnola appartenenti all’Ordine dell’Alcàntara. Ce n’è per mettere subito in sicurezza la seicentesca, intrigante Cantina.
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