“Ex Ilva, dopo l’ennesima tragedia sfiorata, oggi il ministro Cingolani dichiara che <<non si può pensare di cambiare l’Ilva dall’oggi a domani>>. Sappiamo quanto la rigenerazione degli impianti abbia costi e tempi particolarmente onerosi, peccato però che il tema sicurezza (al pari di salute e ambiente) venga rimandato da anni e si aspetti sempre di conoscere il tasso di morti bianche prima di assumere posizioni cautelative. Anche su questo, quella del Governo mi sembra l’ennesima posizione attendista!E se il ministro Giorgetti dice di voler approfondire il dossier e il piano industriale di ArcelorMittal, credo che i lavoratori e la comunità tarantina non siano più interessati a queste attese dolorose e ai ‘compromessi’ dei ministri di turno. Perché il tempo che continua a scorrere si riempie di disastri annunciati che provocano danni alla salute e all’ambiente: bonifiche e riconfigurazione produttiva necessitano di orizzonti perseguibili da subito e non di spot di uno Stato che, da azionista alla pari, continua a non ascoltare chi ogni giorno il disagio lo vive da vicino.
Se l’obiettivo è la transizione ecologica e il rilancio del Mezzogiorno, il Governo non può lasciare a Taranto l’amarezza di una solitudine infinita.Serve prendere decisioni congiunte tra le istituzioni e gli attori coinvolti che, per quanto potranno risultare scomode per alcune parti, devono offrire una prospettiva concreta di quel domani di cui parla chi di transizione ecologica è chiamato ad occuparsi.La preoccupazione invece è che Taranto sia sparita dall’agenda di governo, di quel ‘Governo dei migliori’ che se c’è batta un colpo adesso prima che sia, come sempre, troppo tardi”.
Maurizio Spaccavento
Addetto stampa
Gruppo consiliare ‘CON Emiliano’
Regione Puglia
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