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Ha 50 anni ed è un addetto alla distribuzione e al trattamento acque in area 12 presso il reparto DTA, all’interno dello stabilimento siderurgico di Taranto. Insieme a molti altri colleghi era stato escluso dalla graduatoria stilata da Arcelor Mittal, graduatoria che avrebbe dovuto rispettare precisi requisiti, l’anzianità e i carichi familiari. Così non è stato, e a testimoniarlo sono le numerose sentenze del Giudice del Lavoro di Taranto, che a partire dal maggio del 2019, hanno ordinato alla multinazionale di assumere alcuni di questi lavoratori. In sede giudiziaria è infatti stato accertato quello che Usb sospettava: la scelta di coloro che sarebbero diventati dipendenti diretti di Arcelor Mittal era arbitraria, perché non basata sui presupposti previsti.
Va evidenziato un breve passaggio della sentenza a firma della dott.ssa Maria Leone: “va rilevata la contrarietà a buona fede dell’azienda” con riferimento dunque alla selezione dei lavoratori da assumere, fatta dall’azienda.
Dei ricorsi presentati dall’avvocato Mario Soggia, ufficio legale Usb, sono più di 20 quelli che hanno prodotto sinora una vittoria con il conseguente inserimento nel ciclo del lavoro della fabbrica di altrettanti lavoratori.
LlllllllllFranco Rizzo, coordinatore provinciale Usb Taranto: “Una lunga serie di risultati positivi per la nostra organizzazione sindacale, per l’avvocato Mario Soggia e ovviamente per i lavoratori che tornano in azienda. Ci aspettiamo nei prossimi giorni, ed esattamente il 23 settembre, un’altra buona notizia e a seguire altre ancora. Segno tangibile del fatto che, ancora una volta, abbiamo visto chiaro.
Intanto l’atteggiamento dell’azienda non cambia; in fabbrica si continuano ad applicare sempre gli stessi metodi di gestione, certamente lontani da quelli consoni. Inoltre, nonostante siano trascorsi già quattro mesi, il presidente del cda di Acciaierie d’Italia, Franco Bernabè, ancora non si presenta alle organizzazioni sindacali”.
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