Due storie senza nome, due vite sul crinale . Tutti se li ricorderanno,Anche solo per un breve attimo. In pochi si prenderanno la briga di andare a riscoprire come si chiamino. Uno è un uomo, l’altro è un bambino.
Il primo è una persona con disabilità, lasciata a morire dai trafficanti di uomini, con la sua carrozzella, sull’estremo confine del mare da dove i suoi occhi avevano potuto ammirare per un istante dallo scoglio di Lipari, quell’ Europa alla quale avrebbe voluto arrivare, non sapendo più dove fuggire. Era sicuro di non farcela, solo un momento prima che gli operatori umanitari della Sea Watch lo soccorressero e la sua esistenza si perdesse nella nebbia come quelle di altri migliaia di disperati. Di lui ora non si sa più nulla. Sparito in un lembo di Sicilia o forse altrove.
Il bambino aveva solo un anno. È morto assiderato sull’estremo confine dell’Europa, nel freddo ghiacciato di un campo profughi tra Polonia e Bielorussia, dove la speranza si aggrappa ad un filo spinato, da tagliare nella notte, per chi viene dall’Iraq e dalla Siria, come i suoi genitori. Oggi per loro sarà un altro giorno di dolore e di sopravvivenza Ma nessuno se ne curerà più di tanto, tranne forse un vecchio Papa che non riesce più a dissodare i loro deserti. E forse purtroppo neanche i nostri.
PIÙ COMMENTATI