(Comunicato stampa)
Sale da 33 a 43 il numero dei positivi al covid presenti presso il carcere di Taranto, e ciò deve spronare ognuno a fare la propria parte acchè una situazione finora sotto controllo con molta fatica , non diventi emergenza.
Parliamo dell’urgenza di somministrare la TERZA DOSE del vaccino a detenuti e poliziotti penitenziari della Regione , poiché il periodo di copertura sarebbe ampiamente scaduto è ciò potrebbe produrre focolai anche in altri penitenziari della Puglia.
Proprio per questo invitiamo il Presidente Emiliano a dare immediate disposizioni alle ASL competenti acchè inizino al più presto l’inoculazione dei vaccino alle persone interessate.
Quando il SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria, chiedeva che ognuno deve fare la propria parte si riferiva alle autorità di governo che ha aperto una falla pericolosa nel sistema di contrasto al covid nelle nostre carceri, ed all’amministrazione penitenziaria che continua a negare le unità di polizia penitenziarie per garantire un minimo di sicurezza dei penitenziari pugliesi.
Infatti nulla è cambiato nonostante il SAPPE abbia denunciato che, mentre i poliziotti già vaccinati debbono presentare ogni giorno il “green pass” per poter entrare nel carcere a lavorare, una miriade di persone entrano tranquillamente nei penitenziari senza alcun controllo a contatto con detenuti, poliziotti ecc.ecc.
Parliamo dei familiari dei detenuti che non devono presentare alcun “green pass” per poter fare i colloqui con i propri congiunti che avvengono in luoghi chiusi ed affollati; stessa cosa per gli avvocati ed altri visitatori che entrano nelle carceri senza controlli, ma che potrebbero essere non vaccinati o infetti.
Possibile che si arriva al “ super green pass” che non permette ai non vaccinati di non entrare in alcun posto, mentre nessuno si è preoccupato di mettere tale obbligo per chi entra in un carcere?
Ed è possibile che i vertici del DAP che dovrebbero avere a cuore la sicurezza sanitaria dei penitenziari non hanno fatto e non fanno una piega per costringere il Ministro della Giustizia ad emettere dei provvedimenti più restrittivi?
Che il DAP doveva essere commissariato da tempo lo dicono le statistiche relative alle evasioni, alle rivolte, agli eventi critici e quant’altro, situazione che doveva far scattare un piano di emergenza nazionale delle carceri, per ripristinare la sicurezza e la legalità; invece nulla.
Proprio quel nulla che è avvenuto dopo l’evasione di 72 detenuti da Foggia, 2 da Trani, le rivolte dello scorso anno a Taranto, Bari, ecc.ecc., con tutto rimasto immutato a partire dai muri di cinta che rimangono vuoti, con le carceri che nelle ore serali sono praticamente deserte, e con un manipolo di coraggiosi poliziotti(non più di 10, 12) che da soli devono gestire 400,500,600 detenuti, nonché garantire la sicurezza dei penitenziari.
Il carcere non porta voti e crea molti problemi di difficile soluzione, per questo viene completamente abbandonato disinteressandosi della discarica sociale fatta per la maggior parte di derelitti, malati, pazzi al loro destino.
Salvo poi nelle ricorrenze vedere il Papa , il Presidente della Repubblica ed altre Autorità politiche che si rifanno alla costituzione (art.27 rieducazione dei detenuti), facendo vedere in bella mostra qualche detenuto che cucina, che innaffia piantine ecc.ecc., dimenticando che per rispettare quel principio costituzionale bisogna investire in uomini mezzi e risorse che non ci sono, o sono ampiamente insufficienti.
Purtroppo anche questo ennesimo appello del SAPPE cadrà nel vuoto, poiché spente le telecamere o i microfoni ognuno se ne frega del carcere e di quei poliziotti condannati a lavorare in condizioni, quelle si, che contrastano con vari articoli della costituzione.
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