Quarantena azzerata ai vaccinati da meno di quattro mesi e a quelli con dose booster, estensione del Super Green pass quasi ovunque: per salire su treni, bus, metro e tutti gli altri mezzi di trasporto, per entrare in alberghi, andare a fiere, impianti sci e tanti altri luoghi di socialità e svago, oltre a prezzi calmierati per le mascherine Ffp2.
E negli stadi torna la capienza a 50%.
Tra nuove decisive strette e qualche allentamento, il Governo è pronto a varare l’ultimo decreto anti-Covid di questo secondo anno di pandemia, che si chiude con numeri record sui contagi di questa quarta ondata (nelle ultime 24 ore sono stati quasi 100mila).
Un decreto che a gennaio potrebbe essere seguito da possibili altre misure. Non passa però il fronte di chi chiedeva di estendere l’obbligo del Super Green pass anche a tutte le categorie di lavoratori, nonostante la sponda delle Regioni. E non prevale la linea rigorista di chi come il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla scorta dei pareri del Cts e pur d’accordo sulle modifiche alle regole sull’autoisolamento, chiedeva norme non troppo blande. Sia in cabina di regia che in Cdm il confronto è stato serrato: Pd e Forza Italia hanno subìto lo stop della Lega e di M5s sul varo dell’obbligo del certificato verde rafforzato per tutti i lavoratori.
C’è intesa invece per calmierare il prezzo delle mascherine Ffp2: una proposta condivisa nell’esecutivo della quale ora sarà incaricata la struttura commissariale, che dovrebbe stipulare apposite convenzioni con le farmacie. Ad imprimere una forte spinta al vaccino saranno i provvedimenti sull’obbligo del Super Green pass: dal prossimo 10 gennaio fino alla cessazione dello stato di emergenza, si amplia l’uso del certificato verde rafforzato ad alberghi e strutture ricettive, feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose, sagre e fiere, congressi, servizi di ristorazione all’aperto, impianti di risalita con finalità turistico-commerciale anche se ubicati in comprensori sciistici, piscine, centri natatori, sport di squadra e centri benessere anche all’aperto, centro culturali, centro sociali e ricreativi per le attività all’aperto.
Inoltre il Green Pass rafforzato sarà necessario per l’accesso e l’utilizzo dei mezzi di trasporto compreso il trasporto pubblico locale o regionale. Cambiano dunque le regole per la quarantena, con tre diverse categorie: lo scopo è evitare la paralisi del Paese, che con un alto numero di persone in quarantena, perchè contagiati o venuti a contatto con un infettato, rischia di finire in una sorta di ‘mini-lockdown’ generato anche dai continui autoisolamenti di chi invece è negativo. Le quarantene non saranno più previste per i vaccinati con booster o con due dosi da meno di quattro mesi che vengano a contatto con una persona poi risultata positiva al Covid, se asintomatici.
In questi casi sarà prevista una forma di autosorveglianza e l’esecuzione, al quinto giorno dal contatto con il caso positivo, di un tampone con esito negativo. Per chi ha eseguito l’ultima vaccinazione da più di quattro mesi – quindi con minore copertura dal contagio – l’autoisolamento scenderebbe da 7 a 5 giorni, con test negativo. Nessuna modifica per chi non è vaccinato: la quarantena resta a 10 giorni.
Misure diverse da quelle su cui si era orientato il parere del Comitato Tecnico Scientifico: dopo un incontro durato diverse ore gli scienziati avevano convenuto di azzerare la quarantena, in questi casi, soltanto ai vaccinati impiegati nei servizi essenziali – purché indossassero obbligatoriamente la mascherina Ffp2 per circa una settimana – e di ridurla a cinque giorni ai vaccinati con booster. In cabina di regia però il Governo ha invece accolto tout court la richiesta delle Regioni, che chiedevano appunto l’eliminazione dell’autoisolamento agli immunizzati.
Slitta invece al prossimo Cdm l’ipotesi dell’estensione del Super pass a tutti i lavoratori, un provvedimento da sempre sostenuto dal ministro per la funzione pubblica Renato Brunetta, ora anche dal ministro del Lavoro Andrea Orlando, dal ministro della Famiglia, Elena Bonetti (in quota Iv) e dagli stessi governatori. A sollevare dubbi su questa misura, già in cabina di regia, sono stati Lega e Cinque Stelle. Il ministro Giancarlo Giorgetti – pur non escludendo che se ne possa discutere in un prossimo Cdm – avrebbe sottolineato la necessità in caso di portare avanti, di pari passo, anche una presa di responsabilità da parte dello Stato: se si volesse estendere l’obbligo del super pass ai luoghi di lavoro che di fatto diventerebbe un “obbligo vaccinale” per i lavoratori, il ragionamento, lo Stato dovrebbe assumersi la responsabilità per eventuali conseguenze da vaccino ed elencare i “fragili” esenti dall’obbligo.
Perplessità, seppure con motivazioni opposte a quelle del Carroccio, sono state espresse anche da M5s. Il ministro Stefano Patuanelli avrebbe sottolineato che finora si è sempre ragionato per funzioni: forze dell’ordine, docenti, sanitari, lavori a contatto con le persone. Quale sarebbe stata quindi la ratio di distinguere tra lavoratori e disoccupati? “Non siamo contrari all’obbligo di super Green pass come dimostrano i precedenti decreti, ma con raziocinio. Forse a questo punto – avrebbe detto Patuanelli – conviene ragionare sull’obbligo vaccinale”
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