Lo stiamo dicendo da mesi che sul carcere di Taranto bisogna correre ai ripari prima che accada
qualcosa di irreparabile e drammatico.
Gli episodi di violenza (ormai diventati molto frequenti) sono iniziati il giorno 2 Gennaio con 4
detenuti risultati positivi al covid che sono stati prontamente isolati, ma questa è stata la scintilla
che ha fatto scoppiare i primi episodi di violenza con gli altri detenuti della sezione che, dopo
essere stati messi in quarantena hanno inscenato una protesta molto accesa.
Protesta che è proseguita nella mattinata del 3 gennaio sempre nel reparto in questione con
alcuni detenuti (tra cui affetti da patologie psichiatriche) , che senza alcuna valida motivazione
hanno sfondato con alcune brande fatte uscire dalle stanze, alcuni vetri blindati di un cancello di
sbarramento che, divide dall’ingresso in altri reparti.
Anche in questo caso la pazienza e la professionalità del comandante e dei poliziotti di Taranto
che non hanno risposto alle provocazioni, ha fatto si che si ristabilisse la calma.
Sempre nella serata dello stesso giorno al momento della chiusura delle stanze, un cospicuo
numero di detenuti nonostante avesse potuto avere colloqui telefonici con i propri familiari per
rassicurarli sulle loro condizioni di salute, iniziava una nuova guerriglia riversando nel corridoio
della sezione detentiva materiale di ogni genere compresa immondizia con l’intento di fare un falò.
In tale contesto un detenuto aggrediva il poliziotto addetto alla sezione sottraendogli le chiavi per
aprire alcune stanze che erano già chiuse.
Anche in questo caso per far fronte alla situazione e considerato che i poliziotti in servizio erano
pochissimi, il comandante e molti poliziotti richiamati da casa sono riusciti a riportare la calma
ripristinando l’ordine, anche se il lavoratore aggredito ha fatto ricorso alle cure del locale pronto
soccorso.
ll SAPPE , sindacato autonomo polizia penitenziaria, chiede al Provveditore regionale dottor
MARTONE cosa aspetta ad intervenire? Si rende conto che in queste condizioni è quasi
impossibile garantire la sicurezza considerato che in questo momento il carcere di Taranto ospita
il doppio dei detenuti, con i poliziotti (già in carenza di organico) decimati da malattia, covid ecc.
ecc?
Invece no, i vertici dell’amministrazione penitenziaria compreso il provveditore regionale
continuano a giocare sulla pelle e sul destino di centinaia di persone, e ne avranno completa
responsabilità se non procedono ad un immediato sfollamento di almeno 200 dei detenuti
facinorosi che stanno cercando in tutti i modi di creare problemi al penitenziario del capoluogo
Jonico.
Purtroppo oltre agli episodi di violenza si deve denunciare il fatto che ieri 4 gennaio la curva dei
contagi all’interno del carcere è di nuovo in salita con oltre 20 i detenuti positivi al covid in attesa
di avere i risultati di altri tamponi.
Peraltro i colleghi ci dicono che ci sarebbero molti detenuti vorrebbero vaccinarsi ma non ci
riescono per l’incapacità dell’ASL a fornire i vaccini.
Ma è possibile una cosa simile in un momento così particolare per il carcere di Taranto? Ma i
vertici dell’ASL non si rendono conto che un nuovo focolaio farebbe esplodere del tutto il
penitenziario?
Il SAPPE aveva chiesto aiuto al Prefetto di Taranto, ma fino ad oggi nessuna risposta se non una
richiesta di notizie proprio al Provveditore regionale responsabile di questa situazione , che a
quanto ci consta lo avrebbe rassicurato sulla mancanza di problematiche importanti.
Ma se il SAPPE aveva chiesto aiuto all’autorità di governo era proprio per commissariare il carcere
di Taranto con provvedimento di urgenza, considerata l’incapacità da parte dell’amministrazione
penitenziaria di garantire un minimo di sicurezza all’interno del penitenziario che poi, si
rifletterebbe negativamente anche sul territorio .
Il SAPPE non si fermerà nella sua opera di denuncia fino a quando non ci saranno risposte
concrete tali da evitare che il carcere sprofondi in un baratro a causa di superficialità,
inadeguatezza, purtroppo accertate
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