“Circa mille le famiglie legate ad una vicenda che paradossalmente appare sempre più difficile da risolvere. Non da oggi, ma da dieci anni ormai tutti gli operatori legati al settore della pesca e della mitilicoltura non hanno più certezze. Il sequestro dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico di Taranto, e dunque l’inchiesta giudiziaria “Ambiente Svenduto”, ha scoperchiato il vaso di Pandora, costringendo tutti a prendere coscienza dei gravissimi danni prodotti in termini di inquinamento al Mar Piccolo. Danni che, a volerla dire tutta, non sono stati provocati solo dall’acciaieria, ma anche e soprattutto dall’Arsenale militare.
Dall’estate del 2012, di fronte al disastro provocato all’ambiente e alla storica produzione legata soprattutto al primo seno del Mar Piccolo,
nulla è cambiato. Grande il danno di immagine causato al territorio, che si è immediatamente riversato sul mercato della pesca, poi le varie limitazioni e l’esclusione di determinate aree, considerate più compromesse, non più ritenute idonee alla coltivazione dei mitili.
Chiaro quanto fosse importante già allora realizzare gli interventi di bonifica per poter rilanciare la pesca e la mitilicoltura. Un susseguirsi di decreti e leggi, commissari straordinari, ipotesi di riqualificazione delle acque del Mar Piccolo, poi l’avvio di uno studio mirato ad individuare la migliore prassi da utilizzare ad opera del commissario straordinario per le bonifiche, Vera Corbelli; poi ancora, allo scadere del mandato della Corbelli, con il Prefetto di Taranto Martino, nuovo commissario, la sospensione dell’attività avviata e non per intraprenderne un’altra.
Oggi apprendiamo della proroga di scarsi tre mesi dell’incarico allo stesso prefetto Demetrio Martino. Bisogna immediatamente invertire la rotta”.
Sulla base di tutto ciò, è stata inviata una missiva al Ministro per il Sud e per la Coesione Territoriale, Mara Carfagna, da parte di AGCI AGRITAL, AGRIPESCA, CONFCOOPERATIVE TARANTO-FEDERCOOPESCA, LEGACOOP AGROALIMENTARE PUGLIA DIPARTIMENTO PESCA, UNCI AGROALIMENTARE, FAI CISL, FLAI CGIL, e UILA PESCA. Le associazioni di categoria ed i sindacati hanno ritenuto di doversi rivolgere direttamente al ministro Carfagna per chiedere l’immediata convocazione di un tavolo monotematico del Contratto Istituzionale di Sviluppo per Taranto perché si possano finalmente definire le sorti di un settore identitario come quello della pesca e della mitilicoltura.
Centrale la nomina del nuovo commissario e l’individuazione di un cronoprogramma che si proponga di raggiungere, con tempi precisi e risorse adeguate, determinati obiettivi con riferimento alla bonifica del Mar Piccolo, finalizzati quindi a risollevare i settori della pesca e della mitilicoltura.
Sottolineate, nella lettera al Ministro, le pesanti ripercussioni che l’attuale situazione di emergenza potrebbe produrre sul piano occupazionale, e quindi sociale, nel caso in cui non si registrasse una energica e netta inversione di marcia.
Risulta ancor più urgente che venga affrontata la questione quando è ormai vicinissima la nuova stagione estiva, periodo in cui nuovamente si riproporrà il problema del surriscaldamento delle acque, che durante la scorsa stagione calda, ha portato alla moria di una grandissima parte della produzione.
Ne va del futuro di tantissime famiglie tarantine, legato a doppio filo con il mare, con quella parte di mare soprattutto. Ne va del futuro di una attività secolare e tradizionale, che va difesa e preservata, e ne va certamente dell’immagine di un territorio intero che aspetta ancora il suo riscatto. Adesso gli operatori auspicano una svolta anche per quel che riguarda i 575 mln di euro distratti dalle bonifiche a interventi all’interno della fabbrica.
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