Alcuni agenti penitenziari del carcere di Taranto, aderendo all’iniziativa di protesta organizzata dal Sappe, questa mattina si sono incatenati davanti al cancello d’ingresso del carcere e hanno bruciato in maniera simbolica copie dei propri tesserini.
I manifestanti hanno voluto evidenziare la situazione di criticità legata al sovraffollamento della struttura a fronte di una carenza di organico e richiamare l’attenzione sulle problematiche di sicurezza dopo gli ultimi episodi di aggressione al personale penitenziario. Due giorni fa, in particolare, un agente è stato picchiato da un detenuto siciliano appartenente alla criminalità organizzata, che gli ha sferrato pugni e calci al volto. Il malcapitato rischia di perdere un occhio per le lesioni riportate.
Gli agenti hanno indossato le magliette con la scritta «Basta aggressioni» e «Giù le mani dalla Polizia penitenziaria» e mostrato alcuni cartelli con le proprie rivendicazioni, senza risparmiare critiche al provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria Giuseppe Martone e al ministro della Giustizia Marta Cartabia. «Gli agenti a Taranto – ha dichiarato Federico Pilagatti della segreteria nazionale del Sappe – non ce la fanno più. I numeri parlano chiaro: l’organico era parametrato per 350 detenuti, ora ce ne sono 700. Si può immaginare in che condizioni gli agenti siano costretti a lavorare. Poi non si può parlare nemmeno di rieducazione perchè ci sono solo 3-4 educatori per l’intera popolazione detenuta».
Sicurezza: agenti feriti dai detenuti
Il sindacalista ha ricordato che «nei giorni scorsi un detenuto si è suicidato e un collega agente è stato gravemente ferito da un detenuto. La sicurezza ormai è ai livelli minimi. Insistiamo nel chiedere il passaggio della polizia penitenziaria alle dipendenze del Ministero degli Interni. Oggi – ha dichiarato infine Pilagatti – sono state bruciate copie dei tesserini ma se non si prenderanno provvedimenti i colleghi in massa chiederanno di lasciare l’amministrazione penitenziaria».
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