Prelievi in contanti per centinaia di migliaia euro, prestanome e professionisti. Emergono nuovi dettagli della maxi inchiesta sulla frode fiscale che nei giorni scorsi ha portato i finanzieri a perquisire uffici e abitazioni di quattro persone ritenute dalla Procura di Taranto responsabili o complici della costruzione di una galassia di società fantasma che avrebbe negli anni omesso il pagamento di imposte allo Stato ed emesso fatture per operazioni inesistenti per favorire grandi società.
Come anticipato da Gazzetta, si tratta di un sistema messo in piedi attraverso il cosiddetto «appalto di manodopera»: in sostanza alcune grandi imprese, attraverso i contratti di appalto di manodopera, utilizzavano personale che era formalmente assunto da piccole imprese, ma queste ultime non versavano le imposte allo Stato e nel giro di poco tempo chiudevano i battenti con debiti di centinaia di migliaia di euro verso l’Erario. Sono complessivamente 36 le società individuate nel tarantino dai finanzieri: da alcune di queste, stando a quanto emerge dagli atti, da alcune di queste negli anni sarebbero stati prelevati in contanti oltre 700mila euro. Sono in particolare sei le società «svuotate»: i prelievi fatti dai bancomat e dagli sportelli, varierebbero da un minimo di 52mila euro a un massimo di 176mila euro.
Ma negli atti dell’inchiesta compaiono anche i nomi e le foto dei 19 prestanomi finiti sotto il mirino della Guardia di finanza: il pubblico ministero Enrico Bruschi che coordina le indagini del Nucleo di Polizia Economico finanziaria agli ordini del colonnello Valerio Bovenga, ha definito questi soggetti donne e uomini «senza arte né parte» e ricostruito alcuni dei loro curricula giudiziari nei quali compaiono precedenti penale per i le più disparate accuse: truffa, falso, ricettazione, infedele patrocinio e persino spaccio di stupefacenti, fabbricazione e vendita di monete false e porto abusivo di armi. §Dalle intercettazioni compiute negli anni, inoltre, le fiamme gialle hanno individuato i professionisti, dottori commercialisti e consulenti del lavoro, che negli anni hanno curato gli aspetti fiscali e previdenziali di quel firmamento di società fantasma. Sono ben 14 tra professionisti e studi professionali, sui quali si sono accesi i fari dei finanzieri: le indagini hanno portato i militari nei loro uffici per acquisire documentazione relative alla prestazioni offerte a queste imprese per valutare se i professionisti fossero a conoscenza della natura «cartiera» dell’impresa e quindi siano stati in qualche modo complici delle operazioni illecite o se invece hanno svolto con correttezza il proprio lavoro.
Le attività investigative, insomma,sono al momento nel pieno fermento e sembrano destinate ad allargarsi ad altre società: nel decreto di perquisizione infatti, in più passaggi, il pm Bruschi ha evidenziato che sono in corso di individuazione e accertamento una lunga seri di elementi: grandi aziende che avrebbero utilizzato i contratti d’appalto di manodopera, le piccole imprese che si sarebbero prestate all’assunzione del persone omettendo il versamento di imposte e contributi e infine di altri prestanomi e professionisti che avrebbe operato consapevolmente in questa maxi frode fiscale che sembra destinata a far tremare diverse aziende e professionisti del territorio ionico. E non solo.
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