Matera – Era stato immortalato dalle fototrappole, installate dal Comune di Policoro, mentre abbandonava rifiuti urbani. Così un cittadino ha presentato un reclamo al Garante nazionale per la privacy, vedendoselo accolto, con una sanzione amministrativa pecuniaria di ben 26mila euro a carico dell’ente trasgressore. È destinato a far discutere il provvedimento emanato lo scorso 9 giugno dai professori Pasquale Stanzione e Ginevra Cerrina Feroni, con i consiglieri vice presidente Agostino Ghiglia e avvocato Guido Scorza e il segretario generale Fabio Mattei.
Il cittadino, legge alla mano, ha rilevato che il Comune di Policoro avrebbe utilizzato un sistema di videosorveglianza in violazione della disciplina in materia di protezione dei dati personali. Un fatto apparentemente paradossale, se si pensa che il tutto è finalizzato a punire i cittadini per altrettante violazioni di legge in materia di decoro urbano. Il reclamante aveva ricevuto ben tre verbali di accertamento per abbandono di rifiuti solidi urbani: uno il 16 giugno, l’altro il 30 e il terzo il 1 settembre 2019.
Ma l’accertamento delle violazioni mediante visione delle immagini di videosorveglianza, sarebbe avvenuto rispettivamente: il 6 settembre 2019 (82 giorni dopo), il 17 settembre 2019 (79 giorni dopo) e il 4 novembre (64 giorni dopo). Il tutto con inidoneità dei cartelli, contenenti l’informativa semplificata sulla videosorveglianza e la non conformità dell’informativa contenuta nei verbali notificati, che non indicavano la “specifica finalità di accertamento compiuto”. Ma il Comune è riuscito persino ad “incartarsi” ulteriormente. Infatti, il cittadino ha subito presentato tre distinti ricorsi al Giudice di pace di Pisticci, contestando l’uso illegittimo dei dati personali, con richiesta di risarcimento danni.
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