Sabato 3 settembre apertura serale straordinaria della Cripta del Redentore su iniziativa della cooperativa Polisviluppo.
Un’antica tomba a camera della grande necropoli tarantina di età greca e romana, poi divenuta chiesa ipogea durante il Medioevo. Ad oggi, è ancora possibile ammirare l’abside, gli affreschi- tra cui una Deesis con il Cristo Pantocratore, probabilmente del XII secolo- e la grotta con al centro una fonte d’acqua, legata al presunto passaggio di San Pietro a Taranto. È la cripta del Redentore di via Terni, a Taranto: uno scrigno di grandissimo valore nel cuore della città che, sabato 3 settembre, aprirà le sue porte in via serale e straordinaria per l’ultimo appuntamento de “La Via Petrina – Il viaggio di san Pietro dalla Puglia a Roma”.
Un tempo l’ipogeo fu anche cripta della scomparsa chiesa di Santa Maria di Murivetere. In questo luogo si trova la probabile “fonte di Helios” citata nella tradizione petrina. Fu proprio questo particolare interesse mostrato dai visitatori in occasione della prima apertura al pubblico, nel 2010, a far nascere il progetto della cooperativa Polisviluppo con l’idea, subito messa in pratica, di mappare i luoghi della Puglia legati al possibile passaggio di San Pietro, a partire da Taranto, valorizzando il patrimonio culturale e naturalistico collegato a questa tradizione. Il progetto, nel 2019, è risultato vincitore del bando regionale Programma Straordinario Attività Culturali 2018.
In particolare, del sito di via Terni si erano perse le tracce sin dal Settecento e fu poi riscoperto nel 1899 dall’archeologo Luigi Viola. A lui si deve il nome della cripta, tornata alla luce tramite un pozzo che coincide con la fonte d’acqua, che rientrava nelle pertinenze della limitrofa Masseria Solito, all’epoca residenza di Viola, e oggi sede del Mudit, il Museo degli Illustri Tarantini.
Quello del 3 settembre è l’ultimo appuntamento della rassegna “La Via Petrina Estate 2022”, realizzata con il sostegno del Consiglio Regionale della Puglia e il patrocinio morale del Comune di Taranto. Grande soddisfazione dagli organizzatori che, in queste settimane, hanno accompagnato residenti e turisti nei percorsi urbani e nell’area del mar Piccolo. I camminatori sono arrivati da tutta la Puglia, ma anche da Emilia Romagna, Lombardia, Lazio, Campania e Calabria. Hanno potuto scoprire tesori, spesso per molti sconosciuti, legati alla tradizione petrina e alla più profonda religiosità tarantina. «Un sentito ringraziamento- sottolinea Gianluca Guastella, presidente della cooperativa Polisviluppo- va a Don Marco Gerardo, parroco della chiesa del Carmine, per il modo in cui ha sottolineato l’importanza del recupero di una tradizione, preziosa e antichissima, come quella petrina e per aver mostrato ai visitatori, in via del tutto eccezionale, lo splendido Cristo Morto, normalmente “nascosto” sotto l’altare fino ai Riti pasquali. E un ringraziamento altrettanto doveroso va al priore dell’Arciconfraternita di Maria SS del Carmine, Antonello Papalia, per aver voluto “gemellare” la tradizione secolare dei Riti della Settimana Santa, con quella ancora più antica legata al passaggio di San Pietro, facendo accedere i nostri camminatori agli ambienti che custodiscono i tesori dell’Arciconfraternita».
Ultimo appuntamento, sabato 3 settembre, in via Terni dalle 19 alle 22 con prestabiliti turni di visita guidata ogni mezzora. Prenotazione obbligatoria al 3407641759. La quota di partecipazione è di 7 euro, gratuito per i bambini fino ai 12 anni, con l’omaggio di un aperitivo archeologico ispirato al periodo storico del passaggio di Pietro, ovvero il I secolo d.C. e, basato sul celebre pane azzimo citato anche dai Vangeli.
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