Ci sono dei luoghi che diventano il simbolo e la storia di un paese e di una comunità. Il Metropolitan di Ginosa fatto costruire da Francesco Maggiore, è uno dei cinema e teatri più belli di Puglia. Per Ginosa era il nostro Cinema Paradiso. Lì con gli occhi estasiati di bambini, con la luce che rompe il buio abbiamo visto mitici film di Watl Disney, o i western americani e italiani, ci siamo innamorati tutti di Claudia Cardinale e abbiamo tutti riso con Lino Banfi. Abbiamo pianto con l’Incompreso e trepidato con Via col vento e Rossella Ho’Hara. Abbiamo avuto le prime pulsioni adolescenziali con Edwige Fenech e Laura Antonelli. Ma oltre che cinema e culla dei sogni il Metropolitan è stato il più grande contenitore culturale di Ginosa. Grazie ai Padri Monfortani, fu lì che si tenne la prima Passio Christi e la mitica “Ciliegia d’oro” che ha visto cantare migliaia di bambini, e sfilare i migliori presentatori italiani, primo tra tutti il grande Pippo Baudo, che è diventato un amico di Ginosa e ha scoperto anche talenti come la matita corrosiva e gentile di Arcangelo Carrera. Su quel palco sono passati i grandi attori della stagione teatrale del Teatro Pubblico Pugliese. Abbiamo ammirato Manuela Kustermann in “Casa di bambola” di Ibsen, Adolfo Coeli nella Commedia brillante. Il Metropolitan è stato il luogo dei nostri sogni e della nostra formazione. Ora i sogni sembrano relegati in un angolo remoto del cuore. Il grande Metropolitan appare come un vecchio signore, di antico e nobile lignaggio, che non vuole cedere agli anni. Al cinema si va sempre meno, tanto ci sono gli smartphone e le grandi piattaforme a pagamento che servono film tutti uguali come lasagne precotte. Per questo i proprietari del nostro cinema hanno deciso di fittarlo, sperando in un gruppo imprenditoriale, wche lo prenda in gestione. E noi, affezionati spettatori non lo vorremmo veder morire.
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