Quest’oggi, 25 dicembre 2022, in occasione della solennità natalizia, papa Francesco ha tenuto il consueto messaggio accompagnato dalla Benedizione Urbi et Orbi. L’evento, aperto e concluso dalle fanfare militari vaticana e italiana, è stato introdotto fin da subito, dal discorso del Santo Padre, nel tema della povera Betlemme. «Il Verbo di Dio non ha bisogno di riflettori – ha detto Sua Santità, – […] è la luce che rischiara il cammino, […] viene per condividere tutto con noi; come bambino inerme […] nasce al freddo, […] bussa alla porta del nostra cuore per trovare calore e rifugio.» Ha quindi invitato ognuno di noi ad uscire «dal frastuono che anestetizza il cuore», unendoci idealmente «dov’è nato per noi il Principe della pace». Ha poi continuato citando san Leone Magno (“Natalis Domini, Natalis est pacis”), entrando nella questione cruciale delle tensioni presenti non solo in Ucraina, ma anche in Siria, Palestina, Israele, Libano, Sahel, Yemen, Myanmar, Iran, e nel continente americano (con una particolare attenzione ad Haiti): «Venti di guerra continuano a soffiare gelidi sull’umanità; […] il nostro sguardo si riempia dei volti dei fratelli e delle sorelle ucraini: […] il Signore ci renda pronti a gesti di solidarietà e illumini le menti di chi ha il potere di far tacere le armi. […] Il nostro tempo sta vivendo una grave carestia di pace. […] Pensiamo alle persone che patiscono la fame, soprattutto i bambini: ogni guerra, lo sappiamo, provoca fame; […] impegniamoci tutti, […] e mentre gustiamo la gioia di stare coi nostri […] pensiamo a chi manca del necessario per vivere: […] come i pastori, lasciamoci stupire dall’evento di Dio che si fa uomo per la nostra salvezza.» Ha infine presieduto, dalla Loggia Centrale della Basilica Vaticana, la recita dell’Angelus, terminata nella Benedizione Urbi et Orbi, con la relativa concessione dell’indulgenza plenaria
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