Le classi terze di Scuola Secondaria di Primo Grado hanno partecipato all’incontro con l’Associazione “Ogni Giorno” e la Comunità di San Patrignano. In preparazione a questo incontro ci siamo documentati in classe sulla storia di Carlo Tamburrano e sulla Comunità di San Patrignano guardando un video in cui Carlo ha raccontato della difficile adolescenza segnata dalle dipendenze. A testimoniare insieme a Carlo c’erano Monica Gocilli e Diego Capezzone il quale è stato protagonista della giornata in quanto ha raccontato a noi adolescenti la sua complicata e toccante storia.
“Per anni ho vissuto aspettando il giorno in cui tutto sarebbe finito, ero ormai anestetizzato dalle emozioni. La droga mi ha strappato undici anni di vita”. Diego Capezzoni oggi ha 35 anni, vive a Pantalla con i suoi genitori, studia per diventare operatore socio-sanitario e ogni 7 luglio, da due anni a questa parte, festeggia la propria rinascita umana e spirituale. Ci sono voluti quattro intensi anni di duro lavoro all’interno della comunità di San Patrignano per sanare le fratture e le voragini di un decennio di tossicodipendenza, un’ascesa all’inferno iniziata ad appena 17 anni. “Prima le canne, poi la cocaina e l’eroina. Del tutto inutili i consigli di familiari ed amici di smettere, il dramma è che chi fa uso di sostanze sottovaluta e ignora ogni tipo di rischio. Oggi, con la mente lucida, se torno indietro a quel periodo non ho alcun ricordo. È come se non avessi vissuto”. È durante le scuole superiori che Diego, giovanissimo, inizia i primi approcci con le sostanze stupefacenti, senza ancora immaginare il salto nel buio che lo porterà nel tempo a vivere per strada, ad allontanarsi addirittura dalla famiglia e dagli affetti. “Sono stati anni infernali anche per i miei genitori che, esasperati, mi mandarono via. Mi ritrovai a vivere per un periodo in una mansarda, a casa di una ex fidanzata: non avevo nulla, solo un materasso sul quale dormire e una finestra che mi permetteva di scorgere la casa della mia famiglia. Da lontano vedevo una distesa di luci se paragonate alle tenebre che avvolgevano la mia vita. Realizzai per la prima volta tutto ciò che avevo perso”. I genitori di Diego non si arrendono, stringono i denti, e dopo essere entrati a far parte dell’Anglad Perugia (Associazione nazionale genitori contro la droga), riescono a convincere il figlio ad entrare in comunità per farlo diventare una persona migliore come lo è diventata durante gli anni trascorsi in comunità.
La sua storia è stata suddivisa in tre parti in base ai cambiamenti vissuti. Abbiamo infatti potuto osservare la sua vita caratterizzata da varie emozioni a dieci, diciotto e vent’anni e di come le sostanze stupefacenti l’hanno influenzata e lo hanno allontanato dall’affetto dei suoi cari.
A tal proposito l’associazione ci ha voluto coinvolgere organizzando un laboratorio interattivo chiamato “Torta di Diego”. Ognuno di noi ha compilato un grafico a torta inserendo gli elementi fondamentali della nostra vita a dieci e a vent’anni e anche Diego ha compilato la sua con il nostro aiuto dopo aver raccontato la sua storia.
Al termine di questo incontro ognuno di noi ha riflettuto su quello che ha potuto ascoltare e che ha lasciato un segno indelebile nei cuori di tutti noi.
Piccenna Asia
Sannelli Alessia
Di Canio Greta
Trullo Rosemary
(Classe 3^A Scuola secondaria I grado
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