«Ormai non si parla più di branchi, ci sono vere e proprie mandrie di cinghiali. È un problema di incolumità pubblica. A Marina di Ginosa c’è una colonia molto prolifica, si riproducono e si riuniscono nel Parco Pineta regina. Escono soprattutto di notte, ma ce li ritroviamo in mezzo alla strada anche in pieno giorno. Le segnalazioni a noi cacciatori guardie giurate si susseguono a raffica. L’ultimo grave incidente, con un nostro concittadino che lotta ancora tra in gravi condizioni nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto, è solo la punta di un iceberg».
Giovanni Paradiso, 55 anni, è un cacciatore esperto, la passione venatoria l’ha coltivata fin da ragazzo. A 22 anni ha preso in porto d’armi e ha imbracciato il primo fucile. Il fisico solido e gli occhi attenti e profondi parlano di una buona mira e di una certa abitudine al poligono di tiro. Addetto alla sicurezza privata, in una nota ditta di vigilanza, Giovanni è tra i 70 coadiutori ai piani di controllo del Territorio che, nell’ultimo corso organizzato a luglio nella provincia ionica dall’ambito territoriale di caccia, ATC di Taranto, consentirebbe loro di abbattere o catturare gli esemplari di cinghiale che dovessero costituire serio pericolo per l’agricoltura e per le persone.
Ora si aspettano solo i nulla osta della Regione, che ha competenze in materia, per capire quali provvedimenti adottare, se la cattura o l’abbattimento.
«La situazione è ormai fuori controllo – sbotta Paradiso – il cinghiale non è aggressivo, ma è un animale selvatico, si difende per istinto e i maggiori pericoli arrivano quando nel branco c’è una madre con i cuccioli. Quando ti tagliano la strada è difficilissimo evitarli. Un cinghiale ferito, magari nel mezzo di una carreggiata, è capace di azzannare chiunque gli si avvicini; senza contare che l’impatto di questi animali con moto e auto, può essere devastante per l’uomo, basti guardare quello che succede ogni giorno sulle strade.
I danni all’agricoltura – continua Giovanni – sono ingenti anche nella nostra zona. I cinghiali si muovono a frotte, sono ghiotti di uva, scorrazzano nei vigneti e per mangiare sono capaci anche di scuotere un albero per far cadere le mandorle, per loro una vera e propria prelibatezza. Ma razziano tutto quello che trovano e non li ferma neanche un normale recinto. Tanto è vero che adesso gli agricoltori si stanno attrezzando con protezioni elettrificate. L’unico ortaggio che non toccano è il pomodoro».
Che fare?
«Attendiamo le prossime mosse della Regione – conclude Giovanni Paradiso – Speriamo che la situazione non degeneri. La caccia al cinghiale si apre ufficialmente a metà ottobre. Ma fino ad allora anche i sindaci del territorio dovrebbero segnalare all’autorità regionale particolari situazioni di criticità. Abbiamo gli strumenti e le competenze, ma ci sentiamo impotenti di fronte all’emergenza»
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