Erano in Israele per ripercorrere i sentieri solcati da Cristo, hanno sfiorato la tragedia di una guerra asimmetrica che in quelle terre si combatte da anni e che ora è crudemente esplosa e che loro hanno respirato e toccato con mano.
Sono 72, proprio il numero esatto di discepoli di Cristo avrebbe mandato per il mondo nella seconda chiamata di evangelizzazione.
Ci sono anche settantadue tarantini tra gli italiani rientrati da Israele. Si tratta di un gruppo di fedeli neocatecumenali che erano in pellegrinaggio in Terra Santa. Ventiquattro di loro sono di Massafra, gli altri di Sava e di Statte. Tra loro anche una bambina di quattro mesi. Sono atterrati stamattina, martedì 10 ottobre, a Pratica di Mare come un aereo militare ed ora attendono di rientrare a casa.
Al loro arrivo in Israele nulla lasciava presagire quale tragedia si sarebbe abbattuta da lì a qualche giorno sul popolo israeliano.
«Siano arrivati l’1 ottobre – racconta a TarantoBuonasera l’avvocato Nicola Greco, del gruppo proveniente da Massafra – e abbiamo dapprima visitato le zone di Tiberiade e Betlemme. Il 5 ci siamo invece spostati a Gerusalemme». E lì sono cominciati i momenti di terrore. «Il sabato mattina eravamo al Getsemani e alle 8 è scattato il primo allarme antibombardamento. Subito dopo abbiamo sentito esplosioni, probabilmente della contraerea israeliana che colpiva i razzi lanciati su Gerusalemme. Dopo qualche ora un nuovo allarme e degli spari, sembra contro una ragazza palestinese – rimasta uccisa – sorpresa a girare armata».
«Domenica verso mezzogiorno – racconta ancora l’avvocato Greco – è scattato ancora l’allarme. Noi pellegrini in quel momento eravamo divisi in due gruppi: uno stava partecipando a delle celebrazioni, l’altro, dove ero io, era rimasto in albergo. Abbiamo visto colonne di fumo alzarsi nella città e a qual punto è scattato il protocollo di sicurezza per cui siamo stati fatti scendere nel bunker dell’albergo. Nel pomeriggio, alle 17, altro allarme»
Il rientro in Italia non è stato semplice: «Avevamo il volo ieri (lunedì 9 ottobre, ndr) alle 15.50, ma Ita ci ha informati solo poco prima che sul volo era stato annullato. A quel punto abbiamo allertato l’unità di crisi della Farnesina, il cui personale si è subito messo a disposizione. Di lì a poco siamo stati ricontattati con la raccomandazione di preparare i bagagli in fretta. Alle 22 siamo arrivati in aeroporto: era affollatissimo di gente da tutto il mondo ansiosa di lasciare Israele. Il personale della Farnesina ha vigilato su di noi per tutto il tempo e stamattina intorno alle 6.15 siamo stati imbarcati su un aereo dell’Aeronautica Militare. Alle 8.15 di oggi siamo atterrati a Pratica di Mare, ora siamo a Pomezia e attendiamo il vettore privato per tornare a casa».
«Stanno tutti bene», rassicura il sindaco di Massafra, Fabrizio Quarto.
«Abbiamo vissuto – racconta a TarantoBuonasera il primo cittadino – momenti di apprensione per i concittadini bloccati in Israele e rientrati con un volo militare a Pratica di Mare, grazie all’interessamento della Farnesina. Questa mattina ho già parlato con uno della comitiva di massafresi, un mio collega, il quale mi ha informato e trasmesso l’intensità emotiva di quei drammatici momenti vissuti in Israele. Come comunità abbiamo tirato tutti un sospiro di sollievo: è andato tutto bene e non era così scontato».
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