Il sole sfora il vento d’autunno inoltrato in un bel giorno di novembre e mi infonde coraggio per guardare ad una nuova prospettiva. Ginosa è un microcosmo, ad un occhio distratto, o anche giustamente depresso e ripiegato su se stesso, tutto può apparire compresso, ovattato, come se sul nostro cielo ci fosse un tappo, quasi che non riuscissimo ad individuare la via verso un nuovo Orizzonte che non sia ripiegato su se e sull’esistente.
Sempre nuova è l’alba, come diceva Rocco Scotellaro, poeta di quella provincia materana, greve e corrusca, così vicina a noi, da segnare quasi un confine tra i muretti a secco.
Ogni giorno è buono per cambiare. Tuttavia dobbiamo chiederci, noi che facciamo, per essere concretamente quel cambiamento che vogliamo?
Il nuovo non si costruisce da solo, non viene fuori dalle buone intenzioni e dai i proclami. Domandiamoci che visione abbiamo del domani?
Forse dovremmo aprirsi all’altro e non rinserrarci nell’arrocco dei fatti nostri, Pensa a me tanto il mondo va così e non ci posso fare nulla. Aprirsi all’altro è sempre un rischio, ma rappresenta forse l’unica alternativa per cambiare veramente lo sguardo sul mondo, cominciando dall’angolo di casa. Quando abbiamo un problema, condividiamolo, torniamo a guardarsi negli occhi e a parlarci sul serio. Non diciamo, Ginosa muore, e poi continuiamo a dormire. Svegliamoci dal nostro torpore. Non accusiamo sempre gli altri, magari per occultare inconsciamente, o anche giustificare le nostre personali omissioni, prendendocela quasi sempre con le istituzioni.
Il cambiamento comincia da me e da te, Ricominciamo a fare il gioco di squadra, avendo il coraggio di riscoprire l’umiltà, di ritrarsi di fronte all’altro, Senza voler sempre ricoprire un ruolo da protagonista, o da bomber solitario, che presenta di aver scoperto l’uovo di Colombo. Il futuro si costruisce insieme, in un camino comune, come un puzzle,
che ha più tessere e più facce. Anche la tua? Accetti la sfida, ci stai? Ci credi?
Io si!
Michele Pacciano
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