Verso le 15 di ieri, i volontari della centrale operativa del Nucleo di intervento e tutela ambientale N. I. T. A. Era mbiente, di Marina di intervento Ginosa, ricevono una strana segnalazione: i residenti della zona di Torre Mattoni hanno sentito un uggiolare lamentoso e ripetuto, come una prolungata richiesta di aiuto, forse si tratta di un cane. Ma chi è all’apparecchio non sa da chi e da dove provenga il guaito dall’allarme.
Gli operatori, capitanati da Leonardo Galante, salgono sul fuoristrada dell’associazione e azionano immediatamente il drone. La bellissima zona di Torre mattoni è molto vasta, bisogna fare presto se si vuole salvare l’animale. Il drone Individua quasi subito una massa bianca. I volontari si avvicinano e si accorgono chi si tratta di un cane, probabilmente un randagio della zona. L’animale è incappato in una delle trappole di lacci e fili di ferro, che bracconieri e posizionano nei punti di passaggio obbligatorio dei cinghiali, anche in prossimità dei canali di bonifica, per poterli catturare.
I branchi di animali selvatici, specie di cinghiali, causano inconsapevolmente gravi danni all’agricoltura e pur non essendo aggressivi, finiscono per costituire un pericolo anche per gli esseri umani.
«Ancora non è stata approntata un’adeguata strategia di intervento. Qualche volta a subire conseguenze di iniziative isolate e non controllate, sono anche altri animali indifesi come questo cane bianco – rilevano a caldo gli operatori ambientali – Per fortuna siamo arrivati in tempo a salvarlo». Appena liberato l’animale è fuggito nell’erba alta, molto impaurito, forse ringraziando in cuor suo la buona sorte.
Michele Pacciano
PIÙ COMMENTATI