Il sindaco Rinaldo Melucci continua a riversare la sua inadeguatezza amministrativa e politica sugli altri.
Lo ha fatto, ancora una volta, con il “Taranto F. C. 1927”: non avendo nessuna soluzione, come spesso accade, ha ribaltato l’onere della prova e ha convocato una riunione per mettere la società alle strette. Un approccio scorretto, che qualifica chi esercita le sue funzioni con l’unico scopo di garantire sé stesso, non certo gli interessi diffusi della città.
Che senso ha avuto, infatti, attaccare la squadra con un comunicato rancoroso, rinfacciarle di non aver “compreso” il mirabolante project financing che caratterizzò la campagna elettorale, far finta di trovare soluzioni irrealizzabili come quella di Massafra (basterebbe approfondire con gli amministratori di quella città), se non quello di intervenire con armi di distrazione di massa, per tentare di alleggerire una coscienza politica ormai macchiata? E tutto questo senza nemmeno presentarsi alla riunione che lui stesso ha convocato, ma mandando al massacro il suo vice in servizio permanente effettivo.
Il calcio non è solo sport e tifo, è un sentimento collettivo, è identità, tutte questioni di primaria importanza per chi governa una comunità. Nel caso di Melucci vale il contrario: non governando e stando chiuso nei palazzi, salvo qualche comparsata sui social, non coglie queste sfumature.
Avrebbe potuto preoccuparsi per tempo delle sorti del Taranto, infatti, magari esercitando le sue prerogative nel primo comitato organizzatore dei Giochi, e anche nel secondo comitato così fortemente voluto per estromettere la regione Puglia. Avrebbe potuto dar seguito alla proposta della società che, a settembre scorso e nuovamente a inizio di questo mese, ha suggerito di intervenire con i fondi stanziati per la manifestazione del 2026 per ristrutturare l’impianto di Faggiano, che le è stato concesso in gestione.
Da Palazzo di Città l’attenzione a questi temi si è limitata alla rappresaglia di bassa qualità. Perché per il sindaco Melucci il calcio è sport minore, preferisce gli sport “americani” come il basket, il rugby, magari anche il baseball e il football. Peccato che, anche a questi, il senso di Melucci per lo sport abbia prodotto solo danni: il basket cittadino di vertice annaspa senza sostegno concreto dall’amministrazione, e le altre tre discipline sono ancora in cerca di un impianto, prima previsto a Taranto 2, ora “migrato” a Paolo VI e che scopriamo essere sto salvando, dopo il rischio di revoca del finanziamento, dall’ex assessore Giorno.
Per giocare a individuare altri quartieri, c’è ancora tempo: peccato che, per esempio, non ce ne sia più per i Tritons che, proprio a causa della mancanza di quell’impianto promesso a più riprese, abbiano rinunciato a iscriversi al campionato nazionale di serie C di baseball.
Se Melucci vivesse la città, la scoprirebbe in ginocchio e non avrebbe la faccia di scrivere comunicati come quelli che dispensa da qualche tempo a questa parte e qualcuno, con un minimo senso di responsabilità, dovrebbe dimettersi.
Lucio Lonoce
Consigliere comunale
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