Monica Bongellino, 30enne di Ginosa, è morta all’ospedale Santissima Annunziata di Taranto in seguito a complicazioni sopraggiunte dopo una spirometria.
Ciò che inizialmente sembrava un esame di routine si è trasformato in una tragedia: la sue condizioni sono rapidamente peggiorate nelle ore successive: ricoverata nel reparto di rianimazione del nosocomio tarantino, i medici hanno disperatamente tentato di salvarle la vita, ma ogni sforzo è risultato vano.
I familiari hanno presentato denuncia chiedendo un’indagine approfondita sulle cause che hanno portato alla morte di Monica. Il pubblico ministero Enrico Bruschi ha accolto la denuncia e ha disposto l’autopsia per determinare le cause del decesso e valutare eventuali responsabilità del personale medico coinvolto.
Secondo quanto emerso, la giovane aveva già manifestato problemi dopo la spirometria effettuata in un’altra struttura sanitaria, venendo poi trasferita nel reparto di rianimazione dove è purtroppo deceduta. Le indagini ora dovranno stabilire se si tratti di un tragico incidente o di un possibile errore medico.
La spirometria rappresenta un primo esame di valutazione della funzione polmonare: misura sia i volumi, cioè l’aria contenuta nei polmoni, che i flussi e quindi la velocità con cui i volumi sono espulsi. Viene utilizzata per la diagnosi di diverse patologie respiratorie e polmonari (come asma, bronchite e danni da fumo), ma anche come test di prevenzione per chi lavora in ambienti polverosi o per i fumatori.
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