GINOSA – Una sala del Museo Civico di Ginosa, ubicato nel centro storico, nel palazzo che ospitava il vecchio Comune e il carcere, sarà intestata a Maria Giannini, indimenticabile preside della scuola Giosuè Carducci di Ginosa. Lo ha reso noto il sindaco Vito Parisi. Questo, Al di là dei legami familiari e affettivi ci rende orgogliosi come ginosini per il riconoscimento ad una persona che ha segnato in maniera indelebile la vita culturale e sociale delle nostre comunità, insegnando, cioè lasciando il segno, nella vita di migliaia di alunni e di e di studenti di cui conosceva a memoria la storia e il nome.
Eccone un breve ritratto, forse viziato da affetto.
Quando qualcuno pensa, o nomina, La Preside, senza aggettivi, il pensiero, a Ginosa e oltre, nella provincia di Taranto, corre inevitabilmente a Maria Giannini.
La professoressa Giannini è ancora una memoria viva e presente nel tessuto della comunità in cui ha vissuto ed operato. Ognuno di noi ha un ricordo personale e un aneddoto che la riguarda. Tutti i ragazzi che l’hanno incrociata nel loro percorso scolastico, diventando poi uomini e donne, ne hanno rivendicato a più livelli l’eredità e gli insegnamenti.
Insegnare, significa lasciare il segno. Se si vuole ritrovare il segno distintivo di Maria Giannini, era proprio quello di vedere la scuola come palestra di possibilità, in cui ognuno potesse essere messo in condizione, quasi riprendendo il dettato costituzionale di cui quest’anno ricorrono ai settant’anni, di esprimere le proprie potenzialità, senza preclusioni di sesso, di condizione morale e sociale, di razza o di opinione. La scuola era, per Maria Giannini un luogo di confronto e di potenziamento di tutte le agenzie educative, compresa la famiglia e le istituzioni, che concorrono alla formazione di un individuo completo e consapevole.
Il lascito di Maria Giannini è stato proprio questa progressione permanente dell’educazione come momento di crescita ininterrotta dell’individuo e della collettività a cui si appartiene. Nessuno può crescere da solo. Ciascuno deve essere messo in condizioni di apprendere e di avere gli strumenti di lettura della realtà, che gli permettano di occupare il posto che gli compete in una logica in cui tutti contribuiscano alla formazione di una personalità collettiva che concorra al bene comune. Per un’idea di società in cammino, dalla quale nessuno si senta escluso. In quest’ottica si muovevano la promozione dell’integrazione scolastica delle persone con disabilità e della educazione musicale, che tanti talenti ha donato al nostro Territorio. Lei non parlava quasi mai pura e semplice integrazione degli alunni con bisogni speciali. Lei era già più avanti. Ancora prima della riforma scolastica del 1977, lei guardava ad una interazione, di tutti verso tutti.
Abbiamo voluto tralasciare, non a caso, una visione personale ed affettiva, che pure ci accomuna proprio perché quella di Maria Giannini è un’eredità collettiva è condivisa. Non è affatto fortuito che le due principali associazioni culturali di Ginosa le abbiano dedicato due iniziative entrambe meritorie.
Proprio nel solco di quella educazione permanente di cui abbiamo parlato, il circolo Arci “Il Ponte di Ginosa ha intitolato alla professoressa Giannini la scuola per l’inserimento a Ginosa dell’educazione permanente riservata agli adulti, che tanto successo sta riscuotendo con le lezioni che si tengono nelle aule della scuola Calò, mentre l’associazione “ Orizzonti 2001” ha avviato l’iter di dedicazione della biblioteca comunale alla memoria della preside Giannini.
Tutto quello che lei è stata, tutto quello che lei ha rappresentato, rivive oggi in questo insegnamento che diventa impegno civile, che riporta nel senso più alto della politica e del vivere sociale.
Anche chi ne ha avuto una conoscenza fuggevole e occasionale, partecipando alle conversazioni dell’Università della terza età, ne ritrova lo spirito di dialogo e di confronto. La preside aveva sempre rifiutato l’impegno partitico in senso stretto, la Sinistra tentò di coinvolgerla a più riprese, ma lei amava dire che il suo impegno e la sua Politica, nel senso di servizio alla polis, alla comunità, intesa come insieme di individui liberi, pensanti ed operanti, lei lo svolgeva a scuola, con quella religione della libertà e del dovere, che affondava le sue radici nella tradizione più alta pensiero liberale e socialista, da Croce ad Amendola, passando indifferentemente da Mozart a Tacito, da Archiloco a Catullo ed Orazio. Da Dante a Proust.
Ecco, parlare di Maria Giannini è parlare sua presenza-assenza, che non ci richiama il tempo perduto, piuttosto ci ridà il tempo ritrovato, nella gioia di quelli che lei non avrebbe chiamato, ricordi, ma, piuttosto, “Memoires”, alla francese.
Non vivere di ricordi, diceva sempre, vivi i ricordi, per quello che ti dicono oggi. Mai come in questo tempo le siamo grati, pensando che prima di programmare di pensare il futuro avremmo di bisogno di … Insegnanti.
Adesso arriva anche questo riconoscimento a sancire un legame, che rimane sempre presente del tessuto di una connettività e di tutti noi.
Michele Pacciana
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