Trovato l’accordo dopo il veto posto dai due Paesi, che protestavano contro la condizionalità dello Stato di diritto
È stato raggiunto l’accordo dopo il negoziato sul Quadro finanziario pluriennale 2021/2027, ovvero la legge di Bilancio dell’Unione europea. Sono stati sbloccati tutti i nodi riguardanti il Recovery fund stabilito con la maxi manovra del Next Generation Eu, che sblocca 750 miliardi di euro nel primo triennio per la ripresa economica dell’Ue dopo l’emergenza Covid. Ben 209 miliardi saranno destinati all’Italia. In totale, fino al 2027, verranno stanziato per il continente più di 1.800 miliardi di euro.
Accordo sul Recovery Fund, Conte: “Dobbiamo correre”
“Appena raggiunto in Consiglio europeo l’accordo definitivo sul Next Generation Eu. Questo significa poter sbloccare le ingenti risorse destinate all’Italia: 209 miliardi di euro. Approvato anche il Bilancio pluriennale. Ora avanti tutta con la fase attuativa: dobbiamo solo correre!”, ha fatto sapere il premier Giuseppe Conte.
Prima del vertice Ue il presidente del Consiglio aveva dichiarato ai cronisti: “Siamo in dirittura finale. Confidiamo di poter superare il veto di Polonia e Ungheria sul Recovery fund. Ci sono segnali di avvicinamento nelle ultime ore, è importante sbloccare i 209 miliardi che servono all’Italia, e confidiamo di farlo in queste ore”.
Via al Recovery Fund: esultano le istituzioni europee
Ad annunciare per primo la fine delle trattative è stato Charles Michel, il presidente del Consiglio europeo. “Ora possiamo cominciare con l’attuazione e la ricostruzione delle nostre economie. Il nostro monumentale pacchetto di ripreso guiderà la transizione verde e digitale”, ha dichiarato.
Anche Ursula von der Leyen, presidentessa della Commissione Ue ha mostrato entusiasmo per l’accordo tra i Paesi. “Sono contenta che si sia trovata una soluzione. La parte sul meccanismo dello Stato di diritto è rimasta invariata, e questo per me è fondamentale. Spero che il pacchetto da 1.800 miliardi possa avanzare, perché gli europei e le imprese europee ne hanno bisogno”.
Recovery Fund: cade il veto di Ungheria e Polonia
È stato superato dunque il veto posto da Ungheria e Polonia. Ai due Stati membri non era piaciuta la condizionalità a protezione del bilancio Ue imposta da un accordo tra Parlamento europeo e Consiglio europeo. La clausola prevede il divieto di accesso ai fondi europei per i Paesi che non rispettano lo Stato di diritto.
“I negoziati di oggi sono importanti. Ci sono state quattro settimane di negoziati, ma siamo a un centimetro dall’accordo a favore dell’unità dell’Unione europea e per la vittoria del buon senso”, aveva dichiarato Viktor Orbán arrivando al Consiglio europeo. Per fare fronte alla pandemia, aveva sottolineato il leader ungherese, “dobbiamo comportarci ragionevolmente“, fornendo assistenza all’economia dei Paesi membri più colpiti dall’emergenza Covid.
“Dobbiamo evitare decisioni arbitrarie. Per questo siamo impegnati in un negoziato che chiarisce quale è la linea di demarcazione tra regolamentazione anti frode, che sosteniamo, e lo Stato di diritto che è già chiarito nel trattato”, aveva invece riferito Mateusz Morawiecki. Il premier polacco aveva chiarito la propria posizione evidenziando che “mischiare le due cose crea una situazione pericolosa che potrebbe portare a un attacco per motivazioni politiche. Oggi potremmo essere attaccati noi, ma in futuro anche altri, Italia, Spagna. Per evitare questa ambiguità abbiamo presentato queste conclusioni, prerequisito per andare avanti”.
(Q.f.)
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