Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità
“Variante coronavirus? Vorrei rassicurare gli italiani che la risposta per uscire da questa situazione è il vaccino, in questo dobbiamo riporre il massimo della fiducia per il profilo di sicurezza e l’efficacia”. “Anche se ci sono mutazioni, come quelle segnalate prima in Gran Bretagna e poi in altre aeree, è altamente improbabile che si perde l’efficacia del vaccino”, assicura Locatelli a Che tempo che fa su Rai 3.
E alla domanda: ci sarà un ‘mercato’ dei vaccini? la risposta di Locatelli è stata: “Assolutamente no”, il vaccino “sarà a disposizione di tutti” . Poi la notizia: “Entro l’estate potremmo avere anche il vaccino italiano” sviluppato dalla ReiThera assieme all’Istituto Spallanzani. E Locatelli assicura: “Tutti i vaccini hanno requisiti di sicurezza ma anche di efficacia, quelli di Pfizer e quello di Moderna sono elevati. Quello italiano ha finito la fase 1 e i dati sono promettenti per sicurezza e risposta immunologica senza differenza fra anziani e giovani e molto buona e superiore rispetto a quella dei soggetti guariti”.
Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Medicina molecolare e virologica dell’Università di Padova
“Bisogna verificare se questa variante si trova già in Italia e quindi dare risorse ai laboratori per fare i sequenziamenti. Più si diffonde più causa malattie e morti, è evidente”. La variante “è apparsa questa estate in Spagna ed effettivamente ha un R0 superiore agli altri. Non si sa se la risposta immunitaria prodotta dai vaccini copre anche questa variante, è un interrogativo al quale ancora non c’è risposta”. Una cosa del genere, tuttavia, è già accaduta “con la variante di Shanghai che ha soppiantato quella di Wuhan”. Quanto sta accadendo, dunque, “è normale. Non è che non bisogna allarmarsi ma bisogna cercare di capire cosa sta accadendo, quanto questa cariante si diffonde rispetto all’altra, se è più virulenta e se pone effettivamente problemi al vaccino, tutti quesiti ai quali non abbiamo risposta”.
Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova
“Non è la prima mutazione e non sarà neanche l’ultima. Simili mutazioni erano già state descritte in Spagna e altri paesi. I virus mutano continuamente. per sopravvivere. Non si può escludere che questa variante stia già circolando anche in altri paesi incluso l’Italia. Occorrerà continuare a studiare il genoma virale dei ceppi di virus isolati nostro Paese”.
Fabrizio Pregliasco, Direttore Sanitario d’Azienda I.R.C.C.S. I
“È prematuro pensare che possa avere una azione negativa sulla vaccinazione bisogna vedere dove sono esattamente le variazioni genetiche e come incidono sugli anticorpi. La peculiarità del virus, anche di questo mutato, che lo rende perfido, sta nel fatto che la gran parte delle infezioni sono inapparenti. Il Sars Cov1 contagiava in sintomaticità, quindi si individuava e si poteva spegnere l’infezione. Qui invece, ci sono gli asintomatici e la cosa sfugge. Va dato atto comunque, che rispetto al passato, i nostri laboratori hanno grande capacita’ di monitorare le variazioni e la tempistica delle informazioni è molto più rapida, all’avanguardia”.
“La variante inglese del Sars-Cov-2 non dovrebbe sfuggire alla protezione della vaccinazione”. Nella peggiore delle ipotesi, comunque, “non sarebbe un dover ricominciare da zero con la sperimentazione ma fare un aggiornamento della composizione del vaccino, in modo simile a quanto avviene ogni anno con quello influenzale”.
Andrea Cossarizza Immunologo all’Università di Modena e Reggio Emilia
“È normale che un virus muti. L`importante è che non lo faccia troppo spesso, come Hiv. E che a variare non siano le regioni contro cui un vaccino induce
anticorpi. Il rischio che i vaccini non funzionino c`è, per quanto minimo, e bisogna tenere alta l’attenzione anche dopo la vaccinazione. Più persone si infettano, più copie del virus vengono generate, più è alta la probabilità di mutazione”.
Giorgio Palù, virologo e presidente Aifa
“Questo virus muta sicuramente ma lo fa molto di meno rispetto ad altri a Rna come quello dell’influenza, Hcv e Hiv. Un dato confortante a riguardo è l’osservazione, effettuata negli studi preliminari condotti sui volontari, che gli anticorpi indotti dalla vaccinazione neutralizzavano anche virus circolanti portatori di mutazioni rispetto al ceppo originario. In ogni caso, questo aspetto,
al pari della durata dell’immunità acquisita col vaccino, dovrà essere valutato più avanti con l’avvio della vaccinazione di massa. La copertura vaccinale potrebbe non essere efficace per tutti”
Carlo Federico Perno, direttore del reparto di Microbiologia, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in Roma,
“Al momento non c’è nessuna evidenza che la variante del virus del Covid individuato in Gb sia meno sensibile al vaccino in arrivo, riducendone quindi la sua efficacia. È più veloce ma non più cattivo, al momento infatti non ci sono prove che sia capace di fare maggiori danni all’organismo e uccidere di più. Fino ad ora non è stato ancora rilevato in Italia”.
Massimo Galli, responsabile malattie infettive al Sacco di Milano
“Questo ceppo ha l’aria di stare diventando il bullo del quartiere. Non è quello che si diffonde più velocemente, è quello che si diffonde meglio e diventa dominante in un ambito geografico ristretto, che riesce a prendere il sopravvento. Non significa che il virus cattivo e si morirà di più, significa che questa storia non è finita e bisogna stare attenti. Non credo che la nuova
variante del Covid sia in grado di rendere i vaccini inutili, non mi fascerei latesta. Semmai questa cosa ci dà un segnale importante: dobbiamo vaccinare il più rapidamente possibile il maggior numero di persone possibile e dovremo stare molto attenti a quello che succederà. Ci sono molte condizioni che potrebbero metterci nella situazione di correre dietro al virus con vaccini diversi ma è una logica che spero non riguardi un futuro prossimo”.
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