GINOSA – Assolto perché il fatto non sussiste. Dopo una bufera giudiziaria, un vero e proprio calvario, personale, politico e familiare, durato ben 9 anni, Vincenzo Di Canio vede riconosciuta appieno la propria innocenza. La Corte d’Appello lo ha prosciolto da tutte le accuse a suo carico, che andavano dalla corruzione, alla truffa ai danni dello Stato, al voto di scambio.
Visibilmente provato Vincenzo Di Canio, insieme con il geometra Alfredo Clemenza, coimputato nello stesso procedimento, coadiuvato dal suo avvocato Franz Pesare, ha tenuto una conferenza stampa non tanto per spiegare le sue ragioni ampiamente , recepite nella nella sentenza d’Appello, quanto per ripercorrere una vicenda che lo ha segnato e al di là delle divisioni tra garantisti e giustizialisti ha un paese in due.
Come ha sottolineato l’avvocato Pesare: «Chi restituirà adesso il danno morale e reputazione, Che ha ingiustamente subito?
Quanti Vincenzo Di Canio sono disseminati in Puglia e il in Italia?»
Domande che rischiano di rimanere drammaticamente senza risposta.
«Non serbo rancore – ha concluso Vincenzo di Canio – ringrazio gli amici e la mia famiglia, tutti quelli che mi sono stati vicino fin dal primo momento. Ma questa vicenda, per le modalità e la tempistica con cui si è svolta, compromesso anche il futuro politico nella nostra comunità. 9 anni sono lunghi. 9 anni sono troppi».
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