Ginosa – A seguito delle polemiche scatenate dall’aggressione sulla spiaggia di Marina di Ginosa, di cui è stata vittima una signora, aggredita da un branco di cani inselvatichiti, abbiamo voluto approfondire il problema, sentendo le parti in causa e gli operatori delle associazioni zoofile sul Territorio.
La signora Giusy Troiano, vicepresidente dell’Associazione “GINOSA DOGS” ANGELS,” con sede a Ginosa, formata da soci di Ginosa e soci di Torino educatori cinofili che aiutano ad aumentare le chances di adozioni dei cani abbandonati di Ginosa e di Laterza, ha le idee molto chiare in merito.
Il problema del branco di cani selvatici della spiaggia di Marina di Ginosa , come precisa la signora Troiano non può essere risolto, perché a Ginosa manca il canile sanitario, un’altra tipologia di struttura rispetto al canile rifugio che già esiste.
Il canile sanitario è l’unico luogo dove per legge i Servizi veterinari della Asl possono portare i cani accalappiati.
I Servizi Veterinari della Asl sono gli unici a disporre di mezzi idonei alla cattura dei cani selvatici (come quelli della spiaggia) ed hanno personale in grado di portare a termine la cattura di numerosi animali in un’unica battuta di caccia. Se il Comune non indica alla Asl un canile sanitario dove portare i cani accalappiati, la Asl non espleta il servizio. Se dovesse farlo lo stesso dietro ordinanza sindacale “contingibile e urgente”, si tutelerebbe denunciando all’autorità giudiziaria che le si sta chiedendo di portare cani in una struttura non a norma.
Il branco della spiaggia dovrebbe essere accalappiato e condotto in un canile sanitario, dotato di box a norma per la degenza degli animali, in attesa di poter sterilizzare tutti i soggetti catturati.
Per legge (L.R. 2/2020), al termine della degenza post operatoria, i cani all’uscita di un canile sanitario possono essere a) rilasciati sul territorio b) destinati ad un canile rifugio “a norma”, sia da punto di vista strutturale, che di posti disponibili. Ad oggi è vietato per un canile rifugio ospitare più di 200 cani.
Al termine della sterilizzazione il branco della spiaggia verrebbe rilasciato, perché il Comune di Ginosa non ha i fondi per mantenere a vita in un canile rifugio altri cani, oltre a quelli che già mantiene nel rifugio comunale (fare caso alla spesa annua del comune di Ginosa alla voce Randagismo).
Troppi cani da mantenere, dunque, perché non si riesce ancora a debellare la piaga del randagismo, sia perché gestire cani è un business, sia perché combatterlo significherebbe tra le altre cose vessare con multe i cittadini che non microchippano i propri cani e non li custodiscono responsabilmente fino ad abbandonarli (tanto non hanno microchip). Fare tante multe sarebbe una scelta anti politica.
Ad oggi Ginosa può solamente pregare il comune di Laterza di fittargli un certo numero di box per la degenza, sterilizzare nella sala operatoria del canile sanitario di Laterza, già concessaci in comodato d’uso a seguito di accordo sottoscritto l’anno scorso tra i due comuni, dopodichè riportare i cani sul territorio. Se non lo fa, la voce di spesa randagismo lieviterà notevolmente e poi ci lamenteremo per l’aumento delle tasse comunali.
Urge far diminuire il numero di cani il cui mantenimento grava sulle casse comunali. Occorre incentivare le adozioni, che da alcuni, chissà perché, vengono demonizzate, diffondendo la notizia che i cani affidati in tutta Italia farebbero in realtà brutta fine. Un’adozione fatta con criterio da volontari competenti e coscienziosi permetterebbe ai cani di vivere un’esistenza felice in famiglia, anziché in gabbia, e al Comune di risparmiare ed avere canili rifugio con posti disponibili per le emergenze, come quella del branco della spiaggia.
Naturalmente il Randagismo non si combatte solo con le adozioni, ma anche con queste. In contemporanea bisognerebbe sterilizzare a tappeto, imporre ai Vigili i controlli sui microchip porta a porta, ma soprattutto educare la popolazione al rispetto degli animali e della legalità, a cominciare dalle scuole. Per quest’ultima strategia c’è sempre poco tempo, specie quando si hanno animali da gestire ed è per questo che le associazioni, anziché pensare a gestire canili, dovrebbero dedicare il proprio a iniziative più costruttive, anche perché, al di là del politicamente corretto, si adombra un conflitto di interesse tra chi gestisce canili e chi vorrebbe realmente sconfiggere il randagismo con le adozioni.
Il sindaco di Ginosa Vito Parisi, da noi raggiunto nell’immediatezza del fatto, ci ha assicurato che il progetto del canile sanitario è già in fase ultimativa. A brevissimo dovrebbe essere messo a gara d’appalto per più di 200 mila euro, come ha precisato l’assessore ai Lavori Pubblici Nunzio Ricciardi. Il progetto è molto ampio e prevede, con il giardino del cane una serie di servizi alla cittadinanza e a chi adotta un cane. E già stata individuata l’area dove verrà ubicata la struttura e sono già reperite le risorse per realizzarla. Per gestire l’emergenza originata dall’episodio marinese, ci sono le convenzioni con il comune di Laterza e il canile rifugio Alma Tamborrino. Il branco che ha aggredito aggredito la signora, in queste ore sta per essere catturato, sedato e condotto nelle strutture preposte ad una prima sterilizzazione.
A chi si chiede a cosa serva una seconda struttura, quando a Ginosa abbiamo già un canile rifugio, il sindaco Parisi risponde che il canile rifugio e il canile sanitario, sono due entità diverse ma complementari: l’una non può vivere senza l’altra.
Di Michele Pacciana
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