Esattamente un secolo fa, il 21 gennaio 1921, nasceva a Livorno, dalla scissione del Partito Socialista italiano, Il Partito Comunista d’Italia, ad opera di Antonio Gramsci è Amadeo Bordiga. Per anni nella cosiddetta diversità italiana, avrebbe coltivato è rappresentato un sogno di uguaglianze di riscatto per milioni di Uomini e Donne. Nonostante l’incubo sovietico che lo sovrastava e di cui non riuscì mai a liberarsi completamente.Vogliamo ricordare questa data come la storia del più significativo esponente comunista di Ginosa.
Era un eroe normale, come tanti uomini e donne che in un periodo drammatico, non ebbe dubbi e fin dal primo momento riuscì a fare la scelta giusta e a rischiare la vita per la Libertà di tutti.
È stato il primo e per ora unico parlamentare di Ginosa. Ha identificato un pezzo della nostra storia, segnando anche il passaggio del Partito Comunista nel definitivo Arco costituzionale, durante il famoso Congresso di Salerno come ricorda il senatore Rocco Loreto.
Giuseppe Latorre è nato a Ginosa l’8 gennaio 1903. Dopo gli anni del liceo ha iniziato la sua attività politica nell’Arsenale Militare di Taranto, presso il quale lavorava come operaio. Latorre ha iniziato la propria attività politica militando subito nel P.C.I. e condividendo le sue idee con Antonio Gramsci, divenendo poi una delle figure più influenti del partito di Palmiro Togliatti. Nel 1934 viene arrestato per militanza nel P.C.I., processato e mandato al confino. Suo compagno di cella, lo stesso Palmiro Togliatti. Nel 1948 viene eletto Sindaco di Ginosa. Nel 1951 viene eletto alla Camera dei Deputati. Negli anni che vanno
dal 1947 ed il 1959, Ginosa si vide protagonista di episodi, talvolta cruenti, inerenti alla grande vertenza per il miglioramento delle condizioni dei lavoratori e dei salari: figure di spicco, il segretario della Cgil di Ginosa, Raffaele Cavallo, e lo stesso leader del P.C.I. e sindaco di Ginosa, Latorre. Un episodio cardine avviene il 13 ottobre 1947: durante una manifestazione di braccianti, intenti a rivendicare un aumento salariale di 50 lire al giorno, avvenne un violento scontro con i Carabinieri che si conclusero con un morto e decine di feriti gravi (originati dallo scoppio di una granata e dal fuoco di risposta dei Carabinieri) nonché con l’arresto del segretario della Cgil di Ginosa, Raffaele Cavallo, il dirigente della lega dei braccianti, Nicola Ambrosini, e decine di altri braccianti; grazie all’aiuto della federazione del P.C.I. di Taranto, altri sette braccianti riescono a fuggire a Bologna, rimanendo latitanti per un anno. Ritornando a Ginosa, vengono tratti in arresto e processati; il processo si conclude con l’assoluzione dai capi di imputazione di strage, violenza aggravata contro la forza pubblica e violenza privata. Dopo l’episodio del 1947, si aprì un periodo nero per i lavoratori ed i quadri sindacali: in quel periodo fu di fondamentale importanza il sostegno dell’amministrazione comunale di Ginosa, guidata dal sindaco e parlamentare Latorre. Per il suo speciale interessamento, i lavoratori terrieri si videro concretizzare i finanziamenti dell’Eca, l’organizzazione dei cantieri di lavoro, l’aumento della pressione sui latifondisti per un maggiore impiego nelle campagne di braccianti ed il soddisfacimento dei bisogni degli indigenti ed i poveri. Tutto fino alla prematura morte del parlamentare che segnò, negativamente, una svolta per la vertenza: successivamente, con l’insediamento di una giunta di destra a Ginosa vennero meno le basi poste da Latorre per la salvaguardia dei posti di lavoro, assicurata dall’imponibile di manodopera, che fu abolito, unito al fallimento della riforma agraria che consegnò, di fatto, l assegnazione delle terre ad un metodo clientelare, favorendo chi lasciava i partiti di sinistra per confluire nella Democrazia Cristiana.
Latorre, dopo un malore, viene ricoverato a Roma per rimuovere dei tumori al cervello di probabile origine post traumatica (durante le purghe fasciste fu picchiato in varie occasioni): muore, senza mai aver ripreso conoscenza, il 23 maggio 1952 a seguito di una complicanza post operatoria (probabile emorragia cerebrale).
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