Castellaneta – I lavoratori ex Miroglio chiedono chiarezza, che vengano accertate tutte le responsabilità di coloro che hanno compromesso la riconversione dello stabilimento ex Miroglio di Castellaneta. “Se qualcuno ancora non lo ha compreso, precisano i lavoratori, siamo noi i veri proprietari dell’immobile”.
Ferma presa di posizione da parte dei lavoratori ex Miroglio di Ginosa e Castellaneta che decidono di esporsi in prima linea e far sentire la propria voce sulla questione giudiziaria che da un paio di anni sta interessando l’ex opificio di Castellaneta ed anche il Sindaco Giovanni Gugliotti, bloccando di fatto, le possibilità di rioccupare almeno parte degli ex operai Miroglio che da anni attendono un posto di lavoro.
I Miroglini giudicano grave la condotta del primo cittadino di Castellaneta a cui era stato affidato il capannone, conquistato dalla ex proprietà dopo lunghe ed estenuanti battaglie condotte ad Alba, Roma e Bari; ed affidato all’ente comunale per favorirne la riconversione industriale.
Si consideri, continuano i Miroglini, che la consegna delle chiavi degli stabilimenti ai rispettivi Sindaci di Ginosa e Castellaneta, faceva parte dell’allettante offerta rivolta ai potenziali investitori ai quali si concedeva a titolo gratuito l’immobile, ad avvenuta riconversione ed assunzione dei lavoratori, con progetti compatibili naturalmente con il territorio, a fronte di garanzie molto durature per spazzare il campo da eventuali speculatori.
“È da irresponsabile l’operato del sindaco”, tuonano i lavoratori. Un atteggiamento quello del primo cittadino, considerato arbitrario. “Come si è potuto non tenere conto dei tavoli vertenziali aperti e decidere di destinare il sito, se pur in maniera temporanea, ad area di stoccaggio di rifiuti urbani?”
Decisione questa a seguito della quale più di due anni fa, scaturì l’indagine della Procura con i sigilli apposti dalla Guardia di Finanza ai cancelli della fabbrica. Un’indagine che però ad oggi non ha fatto chiarezza su quanto accaduto e che tiene imbrigliata la struttura non disponibile per nessuna trattativa di cessione, neppure quella ben avviata con Agromed.
Una situazione di impasse che potrebbe compromettere l’operato del Sottosegretario Turco, che era riuscito a dirottare su Castellaneta i finanziamenti del Cipe, fermi da anni sul progetto Agromed.
Sulla vicenda i lavoratori non escludono la possibilità di costituirsi parte lesa, affiancando così l’attività della stessa Procura.
Intanto gli stessi sollecitano l’intervento delle organizzazioni sindacali, il cui ruolo non può e non deve restare ma marginale ma essere parte attiva insieme alla procura per fornire le dovute risposte a chi attende il lavoro da ormai molti, troppi anni.
di Massimiliano Doro
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