E’ accaduto nuovamente: alcuni dipendenti di Arcelor Mittal ieri, mentre si apprestavano ad iniziare il proprio turno di lavoro presso il reparto di Acciaieria 1, hanno scoperto che il loro badge era stato disattivato. Nessuna comunicazione ufficiale di avvio della cassa integrazione, nessuna notizia sul periodo previsto e sulla data di rientro e nessun chiarimento da parte dei responsabili. Ovviamente ignorate le organizzazioni sindacali.
Ancora una manifestazione, qualora non fosse ancora ben chiaro a tutti, dell’assoluta strafottenza nella gestione dei rapporti all’interno della fabbrica e della incapacità da parte dei dirigenti di portare avanti la complessa attività nello stabilimento, a partire proprio dalle relazioni personali.
A questo si aggiunge la vicenda del cambio di appalto che ha investito la Ags e che ha messo in apprensione le 200 famiglie dei dipendenti, al momento ignare di quello che sarà. Tutto ciò in piena pandemia, quando si dovrebbe invece cercare di mantenere livelli di stabilità occupazionale e quindi sociale. Ancora soffre intanto il sistema dell’appalto, e quindi relativi lavoratori, per i pesanti ritardi nei pagamenti delle fatture.
Ciliegina sulla torta: le emissioni inquinanti nuovamente preoccupanti (sono visibili a occhio nudo ogni sera nel cielo di Taranto) e le precarie condizioni di sicurezza ed igienico- sanitarie all’interno della fabbrica, proprio ora che risulta fondamentale avere un’accortezza particolare, al fine di osservare le misure anti Covid ed evitare il dilagare del contagio.
Un quadro desolante che ci convince sempre più della necessità che il Governo azzeri completamente l’attuale dirigenza dello stabilimento per imboccare finalmente una via nuova nell’interesse della città e dei lavoratori.
Franco Rizzo coordinatore provinciale Usb Taranto
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