Oggi, 27 marzo 2021, in un bellissimo sabato di primavera, ma in piena terza ondata pandemica, ho avuto una riunione di lavoro, presso la mia abitazione, con un consulente laertino, regolarmente munito di mascherina e di autocertificazione, che attestava l’assoluta necessità ed urgenza dell’incontro, non derogabile.
E’ entrato dall’ingresso indipendente del mio studio e ci siamo appartati. Io ho appena fatto il richiamo per la seconda fase del vaccino Pfizer.
Appena l’ho accolto in casa, il professionista, porgendomi la penna per firmare dei documenti, dopo averla opportunamente disinfettata, mi ha chiesto a bruciapelo: “Ma a Ginosa, la mascherina, è un optional?”
“No, noi rispettiamo le regole, perché?”
“Entrando in paese, ho incrociato una frotta di ragazzini, tutti allegramente senza mascherina. Mi hanno guardato storto, quasi fossi io, quello strano!”
Al racconto del mio consulente sono rimasto interdetto. A parte il mio orgoglio ferito, celato da imbarazzo, ho riflettuto, che non si tratta certo del primo caso.
Non voglio fare la paternale a nessuno, abbiamo intere famiglie contagiate, ci sono anche morti, il virus non si arresta. Vogliamo stare attenti? Vogliamo usare un po’ di buon senso?O rimarremo scettici e negazionisti fino a quando il virus non ci tocca personalmente?
Buona domenica a tutti!
Michele Pacciana
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