Ci siamo appena riavuti dalla sbornia patriottica e a tratti salvifica, della vittoria sull’Inghilterra ai campionati europei di calcio.
Ma un’altra sbornia, ben più subdola e viscida, rimane in agguato nei vicoli di noia della nostra provincia, a riempire un vuoto esistenziale e non solo.
L’alcol colpisce soprattutto i giovani. Non ci sono sostanziali differenze tra uomini e donne. Ci si ubriaca all’inizio, anche per puro divertimento, per lo sballo di una sera, per la trasgressione in comitiva. Poi vengono fuori le proprie fragilità e non ci si rende conto che è molto facile cadere nel baratro della dipendenza.
Quasi nessuno si rende conto di essere diventato alcolista, se non viene aiutato a prenderne coscienza prima che sia troppo tardi.
Non ci sono precise fasce d’età in cui si inizia. Difficile reperire numeri precisi e circostanziati sul fenomeno,
Ma secondo le ultime rilevazioni disponibili Ginosa è perfettamente e drammaticamente in linea con il dato nazionale. La situazione è allarmante, sotto tutti i punti di vista, ma nessuno sembra accorgersene.
L’altro giorno mi è capitato di una conversazione tra due adolescenti in spiaggia: “Lui aveva bevuto molto, ma non ho capito bene quello che ha detto, perché anch’io ero ciucca persa…” facciamoci un giro, nelle notti estive lungo i lidi marinesi e a Ginosa, sul limitare del centro storico, dalle parti della Chiesa Matrice, ci ritroveremo frotte di ragazzi accucciati tra le bottiglie, a testimonianza del fatto, che non si tratta di un allarme ingiustificato.
Quando la trasgressione diventa abitudine tollerata, c’è veramente da preoccuparsi. Noi siamo a questo punto. E oltre.
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