Pesanti condanne soprattutto per i Riva e per i vertici dello stabilimento siderurgico. La sentenza del Tribunale di Taranto rappresenta un momento di straordinaria importanza perché condanna un metodo tutt’altro che virtuoso utilizzato da chi ha gestito in passato la più grande acciaieria d’Europa e dalla politica che non ha saputo imporsi. I giudici intervengono per colmare lacune della politica e riparare i danni fatti dalla stessa, che mai come in questa circostanza, ha mostrato tutta la sua inadeguatezza. Da qui deve ripartire il Governo interpretando e leggendo la sentenza odierna soprattutto attraverso il grande bisogno di cambiamento della città di Taranto. Oggi non possiamo che prendere esempio dal passato per evitare di fare gli stessi errori che puntualmente ricadrebbero sulla pelle dei cittadini, dei lavoratori e delle relative famiglia. Il lavoro e l’impresa vanno intesi mettendo al primo posto la persona e la vita stessa. Per questo motivo il Governo è chiamato a invertire immediatamente la rotta e a prendere finalmente in considerazione la piattaforma stilata dall’ USB che va nella chiara direzione della riconversione economica del territorio attraverso un accordo di programma. Taranto vuole voltare pagina”.
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