La decisione con cui il Consiglio di Stato dispone la sospensione della sentenza del TAR Lecce, dando di fatto ad ArcelorMittal la possibilità di portare avanti l’attività produttiva anche con riferimento all’area a caldo, toglie tutti i dubbi circa la lista delle priorità per quel che riguarda la città di Taranto. Ancora una volta la salute scivola in coda e al primo posto c’è l’interesse privato dell’azienda, dunque il profitto a tutti i costi. Ci aspettiamo da parte del Governo una serie di proposte ed un accordo di programma che possa ripensare lo sviluppo economico del territorio, e soprattutto che parta dal punto di vista della città e dei lavoratori, piuttosto che da quello dell’azienda.
E’ un aspetto di una vicenda che nella sua interezza ha dell’inverosimile. Ci preoccupano infatti alcune indiscrezioni che circolano in queste ore a proposito di un cambio di appalto, già a partire dal prossimo 1 aprile, per quel che concerne le attività ora affidate alla Ags e delle possibili ricadute negative sui circa 200 dipendenti. Tre anni fa alcuni cambi di appalto sono stati affrontati da azienda e sindacati insieme e, nonostante questo, ci sono stati dolorosi tagli; temiamo oggi effetti ben piú pesanti. Chiediamo quindi che vengano illustrate regole chiare di ingaggio per evitare il dumping contrattuale che da troppi anni sta schiacciando i lavoratori dell’indotto, e che sia inserita la moratoria per quel che riguarda questi mutamenti nell’affidamento dei servizi alle aziende dell’appalto, in vista dell’ingresso effettivo di Invitalia nella gestione dello stabilimento siderurgico di Taranto, al fine di garantire tutta la forza lavoro, attraverso l’applicazione di una clausola sociale a tutti i dipendenti, al netto del contratto di appartenenza.
Altro capitolo spinoso quello che interessa i dipendenti di Ilva in AS ancora in attesa di risposte. In merito agli stessi chiediamo ai Ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro, la conferma dell’integrazione salariale e che vengano seriamente prese in considerazione le proposte avanzate da Usb Taranto al Governo Conte – Bis, proprio in ottica riconversione economica del territorio, tra cui incentivi alla fuoriuscita, riconoscimento del lavoro usurante e LPU. Su questo, sarebbe quantomeno opportuna una convocazione da parte dell’esecutivo per poter avviare un confronto costruttivo e proficuo.
Ci preme evidenziare la delusione e l’amarezza per l’impegno assunto, e purtroppo disatteso, dalla Regione Puglia circa un anno e mezzo fa nei confronti proprio di questa parte di lavoratori. Ci aspettiamo anche qui una convocazione a stretto giro, in assenza della quale non esiteremo a organizzare iniziative di protesta con sit in permanente proprio sotto la sede dell’Ente, a Bari.
Sasha Colautti Usb Nazionale
Franco Rizzo Usb Taranto
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