Le guardie del penitenziario canadese di Abbotsford nella British Columbia hanno catturato in cortile il volatile che aveva introdotto 30 grammi di metamfetamine con uno zainetto sul dorso
Gli hanno trovato addosso 30 grammi di metamfetamine che era riuscito a portare al volo in carcere. Per una volta è stato lui a farsi beccare, e sono stati inutili i tentativi di rendersi uccel di bosco. Gli agenti penitenziari infatti gli hanno messo il sale sulla coda e – come un pollo – è finito in gabbia per avere ficcato il becco in affari poco puliti. No, stavolta non si tratta dell’ennesimo arresto di un piccolo spacciatore, ma di un corriere della droga molto particolare: un piccione viaggiatore, arruolato suo malgrado dalla criminalità per far volare letteralmente le dosi di stupefacente oltre le alte mura di un carcere.
È successo ad Abbotsford, nella British Columbia, in Canada, dove gli agenti penitenziari hanno catturato nel cortile della struttura un piccione viaggiatore che aveva con sè 30 grammi di crystal meth, in gergo “ghiaccio” perché la sostanza chimica, un potente stimolatore del sistema nervoso centrale, si presenta in cristalli bianchi. La droga era legata come uno “zainetto” sul dorso del pennuto. Nella prigione canadese ci sono 500 detenuti, e non è stato possibile per le guardie capire chi avesse organizzato il traffico “via aerea”.
Non è la prima volta nella storia recente che viene catturato un piccione usato per il contrabbando di droga: quasi un secolo fa si era parlato di un piccione con capsule piene di cocaina legate alle zampe che transitava dal Messico al Texas. Nei decenni successivi la pratica è continuata, dal Nord America all’Europa all’Asia. Negli ultimi anni gli agenti penitenziari vigilano sui droni che portano droghe all’interno delle strutture carcerarie, ma essendosi intensificata la repressione sui tali dispositivi, come ha spiegato John Randle, presidente regionale per il Pacifico dell’Union for Canadian Correctional Officers, i contrabbandieri starebbero tornando a metodi di “vecchia scuola” come i piccioni.
Un caso analogo si era verificato nel 2014 a San Rafael de Alejuela, in Costa Rica, dove un piccione era stato arruolato dai narcos per trasportare cocaina e marijuana dentro e fuori da un carcere. Anche in quel caso l’animale era stato catturato dalle guardie penitenziarie. Poi nel 2017 in Kuwait era stato fermato un piccione viaggiatore con addosso 178 pasticche di ectasy. Era partito dall’Iraq. I piccioni viaggiatore possono percorrere a una velocità di 80 all’ora anche per centinaia di chilometri senza fermarsi e, soprattutto, sorvolando i controlli e senza destare sospetti.
Il piccione viaggiatore è una varietà di piccione domestico selezionato per le sue straordinarie capacità di orientamento che lo rendono in grado di scegliere la rotta giusta per tornare a casa. Utilizzati per le comunicazioni già tremila anni fa, da egizi e persiani, furono ampiamente utilizzati durante la Prima guerra mondiale per le comunicazioni. L’esercito prussiano asfruttò a scopi militari piccioni viaggiatori trasformati in fotografi, per scattare vere e proprie foto aeree oltre le linee nemiche. Julius Neubrobber, farmacista di Kronberg, vincino Francoforte, usava piccioni per spedire medicinali. Quando uno dei suoi “corrieri volanti” scomparve, per tornare solo dopo cinque giorni, il dottor Neubrobber spinto dalla curiosità costruì una piccola e leggera macchina fotografica dotata di timer che scattava a intervalli regolari.
Ma come fanno a orientarsi i piccioni viaggiatori? Grazie alla magnetoricezione, cioè alla capacità di orientarsi percependo il magnetismo terrestre, dote comune agli ucceli migratori. Una vera e propria bussola interna, insomma, che permette ai volatili di non perdere la giusta direzione. Perfino durante il volo notturno e con cielo coperto, che impedisce la vista della luna o degli astri.
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