Venerdì scorso una delegazione di Confartigianato, Confesercenti, Casaimpresa e Unsic hanno assistito lavori del Consiglio comunale di Taranto. Fiduciosi, perché erano state fatte precise richieste alla Commissione bilancio per alleggerire il carico tributario sulle imprese ed ottenere maggiori facilitazioni per il pagamento delle cartelle di accertamento, mantenendo ferma la richiesta di un segnale di attenzione per il tessuto economico con una riduzione delle tariffe, già da anni ai massimi livelli.
“Invece, – commentano le suddette associazioni – come se niente fosse, abbiamo assistito all’ennesimo inaccettabile aumento della tassa sui rifiuti, la TARI, che andrà ad incidere, oltre che sui cittadini, nelle già desolate casse di artigiani e commercianti, delle piccole imprese tarantine. Abbiamo sentito parlare di aumento modesto (per quest’anno) mentre la vera mazzata sara’ il prossimo anno”.
E’ inutile rimarcare che si tratta comunque di un aumento, invece di riduzione, ma anche riprova di una importante occasione persa dal Consiglio comunale di dare un segnale di discontinuità col passato, invece si continua ad essere sordi e ciechi nell’intercettare i bisogni dei cittadini e degli imprenditori. Sulla TARI si continua a credere che, per arginare l’aumento incontrollato dei costi per la gestione dei servizi raccolta e conferimento rifiuti (AMIU e discarica) sia sufficiente aumentare le entrate. Si sceglie la strada più facile, che però non risolve i problemi, anche perché la qualità del servizio è assai mediocre.
“La piccola impresa tarantina – aggiungono le associazioni – versa in uno stato comatoso: non servono né lenti d’ingrandimento né, tanto meno, potenti telescopi o sfavillanti sfere di cristallo per rendersi conto che il tessuto produttivo di un tempo è un lontano ricordo, che le lista delle aziende che chiudono è un bollettino di guerra, che le poche ed eroiche attività ancora aperte sono alla canna del gas. Possibile che non ci si renda conto dell’aumento delle fasce più deboli della popolazione: non solo giovani ed anziani. Possibile che i numeri da capogiro di chi ha perso il lavoro o ha il lavoro precario non significhino nulla per chi è chiamato a determinare i piani tariffari dei servizi essenziali? Come è possibile quindi eliminare l’esenzione IPERF comunale per i redditi fino a 15mila euro? Anche questo è accaduto venerdì.”
La politica è concertazione, la politica è ascolto, la politica è servizio ma, nel caso di questa città, la politica spesso pare eclissarsi, pare lontana dalla realtà, non è in grado di intercettare i disagi ed i bisogni di tante fasce di popolazione e di molta parte delle imprese del territorio allo stremo.
Per questo ci appelliamo ancora una volta al Sindaco di Taranto, persona capace e risoluta in cui continuiamo a porre la necessaria fiducia per risolvere vecchi ma sempre attuali problemi, ed i tributi con tariffe così alte lo sono. Queste problematiche, tutte le problematiche di rilevanza devono essere discusse insieme creando un momento di confronto permanente, in modo da ricercare insieme soluzioni e miglioramenti, evitando di procedere per compartimenti stagno. Come si spiega questo aumento ai contribuenti dopo tanti anni di sacrificio richiesti per una gestione del servizio che doveva cambiare ed invece sembra essere rimasta tale, esosa e di scarsa qualità.
Confartigianato, Confesercenti, Casaimpresa e Unsic
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