Pare che due aziende storiche dell’appalto ex Ilva abbiano deciso di sospendere i lavori all’interno della fabbrica e di abbandonare i cantieri in attesa del pagamento delle fatture arretrate. Se questo dovesse trovare conferma, sarebbe l’ennesimo segno tangibile dell’implosione in atto nello stabilimento: un sistema che non regge e che presto genererà ulteriori e più serie conseguenze.
Le condizioni si aggravano da un giorno all’altro e la fabbrica viene sempre più messa fuori gioco per quel che riguarda le performance e quindi la strategicità.
Se dalla politica continueranno a non arrivare risposte, facilmente si andrà incontro ad un vero e proprio fallimento, e ciò renderà concreto il rischio che scoppino disordini sociali seri in un contesto già di per sé estremamente problematico.
Di fronte a questa situazione, ci aspettiamo che l’attuale Governo prenda di petto la questione ed intervenga per evitare che si arrivi ad un punto di non ritorno. Se si dovesse giungere ad una fase così avanzata, chi ripagherà i lavoratori ed i cittadini, sui quali si riverseranno gli effetti disastrosi?
Ci aspettiamo dunque che in particolare il Ministro dello Sviluppo Economico Adolfo Urso dia seguito alle parole con i fatti, agendo in maniera energica, come ha dichiarato, su Taranto e Piombino.
Certo non avrà più senso intervenire, quando ormai la situazione sarà incancrenita e avrà già prodotto i suoi peggiori effetti.
Esecutivo provinciale Usb Taranto
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Ufficio Stampa USB
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