BARI, 08 NOV – “Nelle prossime ore” verrà “formalizzata da parte del Ministero dell’Istruzione una richiesta di ritiro o revisione dell’ordinanza regionale che tenga conto di quanto previsto dal Dpcm dello scorso 3 novembre per le zone cosiddette ‘arancioni’, Puglia compresa, a tutela del diritto all’istruzione, dell’autonomia scolastica, nonché dei principi che sono alla base del Sistema Nazionale di Istruzione”. E’ quanto afferma in una nota il ministero dell’Istruzione in merito all’ordinanza con cui la Regione Puglia stabilisce che gli studenti possano scegliere se fare lezioni in presenza (dopo la pronuncia del Tar di Bari che ha di fatto ‘riaperto’ elementari e medie) oppure proseguire con la Didattica a distanza che dovrà essere garantita dagli istituti scolastici.
“Stanno pervenendo al Ministero – si legge nella nota – numerose segnalazioni da parte della comunità scolastica pugliese e delle famiglie che manifestano confusione e disorientamento”, per questo occorre “scongiurare un insostenibile conflitto tra scuole e famiglie, alimentato da indicazioni che incentivano scelte unilaterali da parte di queste ultime sull’attivazione della didattica a distanza”.
Il Ministro aggiunge che “quest’anno sono stati già oltre 510 i milioni di euro stanziati per le scuole pugliesi, tra fondi per l’edilizia e risorse per l’emergenza”, e sottolinea che si è “lavorato incessantemente per un rientro in sicurezza e per preparare il sistema scuola all’eventuale ritorno alla didattica digitale a distanza”. Ma “in Puglia, ad oggi – conclude Viale Trastevere – è stato speso il 61,94% delle risorse assegnate rispetto al totale. Quanto alle risorse per affitti, noleggi e adeguamento spazi, solo il 42% degli enti locali beneficiari della Regione Puglia che sono stati autorizzati ha attivato contratti di affitto e noleggio per garantire il distanziamento imposto dall’emergenza Covid”. (ANSA).
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