Domani doveva essere il giorno del ritorno in classe per molti studenti, ma le scuole non riaprono. Solo tre regioni seguono in toto le direttive del governo, le altre agiscono autonomamente e procrastinano le lezioni in presenza, affidandosi a pastoie burocratiche, o facendo ricadere la responsabilità sui genitori degli alunni che naturalmente non vogliono assumersene più del dovuto. In Puglia Emiliano ribadisce che nessuno è obbligato ad andare a scuola, mentre a Roma si addensano i venti di crisi su Conte, con il tira e molla di Renzi, ma nessuno sembra realmente crederci. Il senatore di Rignano si dice sempre pronto a ritirare la delegazione dei ministri di Italia viva e il Ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, prova a fare da pontiere. Il ministro Azzolina ancora nel mirino. Impazza il teatrino dei rimpasti. Nessuno comprende fino in fondo dove voglia andare a parare Matteo Renzi. La fuoriuscita di Conte e un possibile governo con Forza Italia, ora non sembra all’orizzonte. Il PD fa quadrato attorno al Premier. O Conte o il voto, chiosa Zingaretti.
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