GINOSA – accogliamo con favore la nota della Confraternita del Santissimo Rosario e Sacramento, che in merito al nostro articolo precisa quanto segue:
Si voglia rendere noto che circa l’articolo giornalistico in oggetto in cui si evince a indirizzo del testo quanto segue: “sarebbe già decaduto in un avanzato stato di abbandono” è totalmente infondato e denigratorio a danno di quanto operato e voluto dalla nostra
Congregazione e di quanto creduto e devoluto dai benefattori che hanno sostenuto gli interventi necessari per il ripristino dell’antico strumento musicale; per i quali va il nostro il nostro rimarcato e immutato ringraziamento. Lo strumento musicale settecentesco è totalmente funzionante e gode di ottima salute conservativa e strutturale. In Maggio del corrente anno, nel rispetto delle possibilità dei decreti governativi in materia di salute pubblica, si è provveduto al piano di manutenzione ordinaria di accordatura per opera del maestro organaro che è intervenuto nel recente restauro, lì dove riscontrati cedimenti si è interventi nel ripristino. Si voglia precisare che uno strumento così antico del XVIII° secolo ha bisogno di costanti attenzioni in parti fisiologicamente cedevoli.
Ricordiamo che lo strumento antico, con il coro stabile, musicalmente accompagna, da Marzo 2019, le solenni celebrazioni liturgiche nella Chiesa Matrice e si appresterà alle future.Jean Guillou noto organista e compositore diceva: “L’avvenire dell’organo non è nella monumentalità ma in un ritorno all’essenziale.” Crediamo che almeno nell’Arte il rispetto del vero sia l’informazione più essenziale per la sua sensibile sopravvivenza.
Confraternita S.Rosario e SS.Sacramento
Dopo aver ottemperato ai doveri di rettifica secondo quanto disposto dall’articolo 8 della legge sulla Stampa numero 47 del 1948, ci assumiamo la piena e consapevole responsabilità di quanto riportato. Speriamo di poter ammirare ancora una volta le giuste sonorità di un magnifico strumento al quale ci sentiamo intimamente legati.
No da parte nostra non c’era nessun intento denigratorio, ma solo la volontà di lanciare un accorato grido d’allarme, non l’apprezzamento di un lavoro di restauro al quale abbiamo dal primo momento assistito.
Michele Pacciano, mip
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