L’area Due Mari Taranto-Brindisi di Cia Agricoltori Italiani di Puglia esprime forti preoccupazioni ed evidenzia tutte le problematiche e le criticità del momento
Taranto – L’area Due Mari Taranto-Brindisi di CIA Agricoltori Italiani di Puglia esprime forte preoccupazione circa l’avvio della stagione irrigua 2024 nella zona occidentale della provincia di Taranto, porzione di territorio in cui sono presenti colture di alto pregio ad elevato impiego di manodopera.
Ad aumentare i rischi è la minore quantità di acqua presente negli invasi della Basilicata, utilizzati per irrigare i terreni pugliesi e lucani: a fine gennaio, per esempio, per la diga di Monte Cotugno (impianto Sinni) mancavano circa 134 milioni di metri cubi e alla diga di San Giuliano 29 milioni di metri cubi rispetto allo stesso periodo dell’anno passato (2023).
A tale criticità vanno aggiunti ulteriori elementi che compongono il complesso mosaico relativo all’attuale gestione irrigua. In primis la mancanza di manutenzione agli impianti irrigui dalla chiusura della stagione 2023: impianti fatiscenti che ogni anno vengono rattoppati grazie alla buona volontà e alla abnegazione del personale del consorzio. Inoltre, la mancanza di progettualità esecutiva e di risorse economiche intercettate, le numerose cartelle di pagamento inviate ai contribuenti senza un reale servizio offerto al territorio, il personale che da oltre due mesi non percepisce gli stipendi e l’assenza di personale avventizio utilizzato solitamente per le manutenzioni degli stessi impianti.
L’avvio del consorzio unico, con tutte le complessità burocratiche e amministrative conseguenti, sta ulteriormente complicando un quadro di natura già molto complesso: risulterebbe infatti che questo avvio avrebbe visto soltanto un posizionamento di alcuni piuttosto che di altri, con uno smembramento/svuotamento del consorzio di bonifica “Stornara e Tara” e l’assegnazione di posizioni/postazioni senza opportune verifiche sulla capacità di gestione dell’irrigazione. Quasi a voler sottolineare che a Taranto non ci sarebbero professionali adeguate a rivestire determinati ruoli.
A tutto ciò si aggiunge la ventilata ipotesi della vendita dell’immobile di proprietà del consorzio di bonifica “Stornara e Tara”, acquistato con i soldi dei consorziati, sito a Taranto in viale Magna Grecia.
Tutti questi elementi preoccupano e non poco: ai tanti incontri organizzati nel recente passato al fine di condividere le varie strategie organizzative non è stato mai dato seguito e si è continuato ad agire in totale autonomia senza tener conto delle autorevoli voci delle organizzazioni presenti sul territorio.
Auspicando in uno scatto d’orgoglio della politica tarantina, affinché ci si possa presto riappropriare del ruolo strategico che i consorzi hanno sul territorio e confessando grosse preoccupazioni in vista del prossimo futuro, Cia Due Mari evidenzia l’urgente necessità di cambiare rotta e far sistema anche per lanciare un chiaro messaggio alla politica barese: anche il territorio tarantino ha una sua dignità che non può essere svenduta.
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