– Un giro clandestino di Viagra, anabolizzanti e sostanze dopanti tra la Bulgaria e la Puglia. Farmaci scaduti o di dubbia provenienza venduti sotto banco da farmacie consenzienti o direttamente dagli indagati. Sono 40 le persone iscritte nel registro degli indagati al termine dell’inchiesta condotta dai Nucleo Anti Sofisticazioni dei carabinieri. Ben 16 le persone che rispondo di associazione a delinquere finalizzata all’importazione e commercio di medicinali in assenza di autorizzazione dell’Aifa, all’esercizio abusivo della professione medica e farmacista, ricettazione di farmaci di illecita provenienza e commercio di farmaci guasti e imperfetti.
Secondo l’accusa, in particolare, gli indagati avrebbero detenuto e commercializzato, senza alcun titolo, farmaci e sostanze attive per la disfunzione come Viagra, Cialis, Kamagra Super, Ratigra. Dagli atti dell’inchiesta, oggi coordinata dal pubblico ministero Antonio Natale, emerge che al vertice della presunta organizzazione ci sarebbero Salvatore Palermo, 69enne residente a Taranto, e Milena Stefanova Dimitrova, 37enne bulgara ma residente anche lei a Taranto: per la procura con il ruolo di «promotori, organizzatori e distributori di primo livello» erano loro ad acquistare i farmaci e le specialità medicinali dall’estero e piazzarle nel mercato pugliese tra Taranto e i comuni del barese Noicattaro e Triggiano. I due però potevano contare sul contributo di altri indagati che si occupavano del supporto logistico per la detenzione dei prodotti, per i pagamenti e la distribuzione dei prodotti nei vari livelli.
Nel registro egli indagati sono finiti uomini e donne provenienti dalle più disparate località pugliesi, ma non solo. Tra i capi d’accusa, il pm Natale, ha citato anche una farmacia di Mesagne che, secondo quanto riportato nell’avviso di conclusione delle indagini notificato nei giorni scorsi, per trarne profitto pur conoscendone la provenienza delittuosa, avrebbe venduto farmaci e specialità medicinali, ritenuti dopanti e idonee a modificare le condizioni psicofisiche e biologiche dell’organismo per alterare le prestazioni agonistiche.
Ora i legali dei 40 indagati, tra i quali gli avvocati Marco Pomes, Diego Maggi e Francesco Nevoli, avranno 20 giorni di tempo dalla notifica del provvedimento di chiusura delle indagini per depositare memorie difensive alla procura o per chiedere di essere interrogati e fornire la propria versione dei fatti. Subito dopo toccherà al pm Natale decidere se archiviare le accuse nei loro confronti oppure chiederne il rinvio a giudizio
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