La Corte Costituzionale con una sentenza definita storica apre alla possibilità di eliminazione dei cinghiali in soprannumero, che dovessero risultare dannosi per le colture. Le operazioni dovrebbero avvenire attraverso l’Impiego di guardie forestali e cacciatori debitamente abilitati.
È una svolta importante quella arrivata sul fronte cinghiali secondo Coldiretti: la Corte Costituzionale con una storica sentenza permette di prendere parte alle operazioni di riduzione del numero degli animali selvatici anche ad agricoltori provvisti di tesserino di caccia, altri cacciatori abilitati, guardie venatorie e ambientali volontarie, a patto che siano appositamente formati.
“Un cambio di direzione importante – rimarca Coldiretti – rispetto all’orientamento seguito negli ultimi quindici anni che aveva portato a bocciare i provvedimenti assunti dalle varie Regioni che avevano aperto alla possibilità di ampliare l’elenco tassativo dei soggetti incaricati agli interventi di contenimento previsto dalla legge quadro. La nuova sentenza dà il via libera all’abbattimento dei cinghiali che, con l’emergenza Covid, si sono moltiplicati in Italia raggiungendo i 2 milioni di esemplari, mettendo a rischio la sicurezza delle persone, causando incidenti stradali con morti e feriti, devastando i raccolti e danneggiando gli allevamenti, essendo pericolosi diffusori di malattie come la peste suina africana.
Ambientalisti e animalisti insorgono.
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