Una proposta del movimento Con Ginosa e Marina di Ginosa
INVESTIRE NELLO SVILUPPO ECONOMICO DEL TERRITORIO
Il 2020 è stato un anno estremamente difficile per il tessuto economico italiano. La pandemia ha messo a dura prova i reparti produttivi del nostro paese.
Nei prossimi mesi la pubblica amministrazione, in ogni sua declinazione territoriale, ha il compito di pianificare politiche pubbliche incisive che possano sostenere la ripresa. In questo senso, anche i comuni possono fare la loro parte.
Già prima dell’emergenza Covid, l’Italia aveva registrato una crescita economica debole. Nel 2019 il prodotto interno lordo (pil), ossia il valore dei prodotti e dei servizi realizzati all’interno di un’area geografica, era aumentato solo dello 0,3% rispetto all’anno precedente.
La crescita più vistosa si era registrata nel nord est (0,5%), quella più contenuta nel mezzogiorno (0,2%).
La produzione di ricchezza è il risultato della messa a sistema di politiche pubbliche e iniziative private. In questo senso le regioni hanno certamente un ruolo predominante, ma anche le amministrazioni comunali possono porre in essere azioni e strategie volte alla crescita del tessuto economico nel territorio, a partire dagli investimenti messi a bilancio da questi enti
Non è necessario l’utilizzo di modelli econometrici per immaginare che gli effetti negativi della pandemia, saranno maggiori nei territori più fragili, quelli nei quali non sono state attuate in passato serie politiche di sostegno all’economia locale e alla sua capacità competitiva.
Alla crescita economica su una porzione di territorio è dedicata un’intera missione nei bilanci dei comuni.
In questo capitolo le amministrazioni inseriscono le spese per la promozione dello sviluppo e della competitività del sistema economico locale, compresi servizi e interventi per la crescita delle attività produttive, del commercio, dell’artigianato, dell’industria e dei servizi di pubblica utilità, ma anche per l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo tecnologico del territorio.
Questa parte dei bilanci comunali include quattro voci di spesa a sostegno di altrettanti ambiti:
- Industria, piccole e medie imprese e artigianato;
- Commercio, reti distributive e tutela dei consumatori;
- Ricerca e innovazione;
- Reti e altri servizi di pubblica utilità.
Dalla lettura del Bilancio di Previsione, recentemente approvato dal Consiglio Comunale, si evince che per questa specifica missione, per gli anni 2021/23, sono stati previsti rispettivamente, euro 295.520, 60.520, 70.520.
In particolare per l’anno 2021, è stata prevista la seguente allocazione per programmi:
Programma 1 Industria, PMI, Artigianato Euro 0
Programma 2 Commercio, Reti distributive e tutela consum. Euro 295.000
Programma 3 Ricerca e Innovazione Euro 500
Programma 4 Reti e altri servizi di pubblica utilità Euro 0
La somma quindi preventivata per il sostegno all’economia del nostro territorio, non molto diversa da quella preventivata negli anni scorsi, appare del tutto insufficiente a fronteggiare la grave crisi economica che saremo costretti a gestire.
Fatta questa premessa, è possibile indicare – seppure nella sinteticità del presente scritto – alcune ipotesi di lavoro, talune delle quali a costo zero, attivabili immediatamente da parte dell’amministrazione Comunale.
È convinzione unanime che occorre partire da un’attenta analisi di ciò che è avvenuto “durante” la crisi, in modo da avere maggiore consapevolezza nella “transizione” della crisi. Appaiono decisive le potenzialità di due strumenti previsti dall’ordinamento giuridico, da un lato, la co-programmazione (art. 55, comma 2, del Codice del Terzo Settore), dall’altro, la programmazione pluriennale dei contratti pubblici, superiori ai 40.000 euro, da parte delle stazioni appaltanti (art. 21 del d. lgs. n. 50/2016 e ss. mm., recante il c.d. codice dei contratti pubblici – CCP).
La co-programmazione, introdotta dal CTS, è attività collaborativa fra enti pubblici ed Enti del Terzo settore; è espressione del “con” e non del “contro”. La co-programmazione è, tranne i costi interni dell’attività amministrativa, tipici di un qualsiasi procedimento amministrativo, a costo zero. A dire il vero, il nostro Comune ha già avviato percorsi di co-progettazione, ma limitatamente al welfare. Noi pensiamo invece che lo stesso strumento possa essere utilizzato anche in altri ambiti dell’azione Amministrativa. Pensiamo, ad esempio, al riutilizzo degli spazi, alle azioni culturali, ai terreni confiscati, insomma a tutte quelle attività che contribuirebbero a generare reddito per la comunità. Dall’altro lato, gli enti locali sono obbligati dal Codice dei contratti a “programmare” almeno per un biennio l’acquisto dei contratti pubblici di forniture e di servizi. Programmare bene gli acquisti diventa in questa fase un’attività decisiva per la stessa tenuta socio-economica del contesto locale. E dopo aver programmato bene, occorrerà scrivere gli atti di gara in modo ineccepibile, per scongiurare il contenzioso, ma, soprattutto, utilizzare il criterio del “prezzo più basso” nei soli casi tassativamente previsti dal codice dei contratti.
Il Comune prima o poi dovrà riavviare i servizi sospesi, avviarne di nuovi e dare continuità all’attività amministrativa, con la conseguente indizione di procedure di affidamento ai sensi del codice dei contratti. Le Direttive dell’Unione europea del 2014 sulle concessioni e sugli appalti incentivano, fra l’altro, l’uso strategico dei contratti pubblici per finalità ambientali (ad esempio attraverso i CAM – criteri ambientali minimi) e sociali. Si tratta di opzioni immediatamente attivabili, che presuppongono in primo luogo una precisa volontà politica. Procedure di affidamento, innovative ed intelligenti, possono realizzare risultati molto importanti per il più celere ed efficace superamento della crisi.
Alcune altre proposte:
- uso sapiente dei c.d. lotti a tutela delle MPMI (micro, piccole e medie imprese);
- uso sapiente delle c.d. gare riservate previste dal CCP (art. 112 in materia di inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, e art. 143 in materia di servizi sociali e degli altri servizi, anche culturali, espressamente indicati da tale disposizione);
- inserimento di clausole sociali nelle gare, soprattutto di quelle di rilevanza europea, quali quella a tutela dell’occupazione del personale del precedente operatore economico (art. 50 CCP), quella per la promozione di esigenze sociali (art. 100 CCP), nonché ai fini della valutazione delle offerte, l’applicazione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa (art. 95 CCP).
Infine, l’utilizzo delle co-progettazioni (art. 55CTS) e delle convenzioni con le OdV e le APS (art. 56 CTS), anche per progetti innovativi e sperimentali, risponderebbe alle esigenze di integrare saperi, risorse e azioni dei soggetti, pubblici e del privato sociale, nel solco della collaborazione (del “con”) e non già della contrapposizione (e non del “contro”).
Abbiamo il dovere morale di fare quanto possiamo e riteniamo utile o necessario per migliorare le condizioni individuali e quelle di relazione.
Questo, sì, dipende solo da noi.
Massimo De Luca
Coordinatore Con Ginosa e Marina di Ginosa
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