Il report dell’Istituto superiore di Sanità sull’andamento dell’epidemia di Covid-19 in Italia pubblicato l’11 dicembre 2020 rivela che la situazione è in miglioramento, anche se la circolazione del virus Sars-CoV-2 resta sostenuta in tutte le Regioni italiane, e 16 di esse sono oltre la soglia critica per quanto riguarda l’impatto sul Servizio sanitario nazionale.
L’indice Rt
«Nel periodo 18 novembre – 1 dicembre 2020, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,82 (range 0,76 – 0,91)», si legge nel report. «Si riscontrano valori di Rt puntuale inferiore a 1 in 20 tra Regioni e Province autonome. Di queste, 19 hanno un Rt puntuale inferiore a uno anche nel suo intervallo di credibilità maggiore, indicando una diminuzione significativa nella trasmissibilità».
Le Regioni a rischio alto
Secondo il report, se pure «si continua ad osservare una riduzione generale del rischio», 14 Regioni sono classificate a rischio moderato, due a rischio basso (Basilicata e Molise) e 5 a rischio alto (Emilia Romagna, Provincia di Trento, Puglia, Sardegna e Veneto). Due delle cinque Regioni classificate a rischio alto (Puglia e Sardegna) sono state classificate a rischio alto per 3 o più settimane consecutive, e «questo prevede specifiche misure da adottare a livello provinciale e regionale».
L’incidenza «ancora molto elevata»
Secondo il report, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 3.663 (al 1 dicembre) a 3.345 (all’8 dicembre), e anche il numero di persone ricoverate in aree mediche è diminuito, passando da 32.811 (al 1 dicembre) a 30.081 (all’8 dicembre). Il tasso di occupazione dei posti letto, però, supera ancora le soglie critica di occupazione a livello nazionale e in 16 tra Regioni e Province autonome. E l’incidenza rimane ancora «troppo elevata per permettere una gestione sostenibile, pertanto è necessario mantenere» le attuali restrizioni per tenere «i livelli di trasmissibilità significativamente inferiori a 1 su tutto il territorio nazionale».
(Corriere della Sera)
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