Un caso limite a Gravina
Avrebbe autorizzato indebitamente l’erogazione di “contributi a contrasto della povertà” nei confronti di 107 cittadini, per 188mila euro complessivi, senza verificare che ne avessero i requisiti.
Un dipendente del Comune di Gravina in Puglia, nel Barese, ha patteggiato la pena a 1 anno e 4 mesi di reclusione (con pena sospesa) per i reati di abuso d’ufficio e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. L’indagine della Guardia di Finanza, coordinata dal procuratore facente funzione Roberto Rossi con la sostituta Savina Toscani, ha accertato nel 2019 la totale assenza, per 107 beneficiari del sussidio, di una adeguata istruttoria finalizzata a verificare la sussistenza dei requisiti previsti per l’ottenimento del contributo al quale, secondo la legge, possono accedere soggetti in particolari condizioni di disagio economico-sociale con Isee non superiore a 3.000 euro. Alcuni di loro, invece, avevano un reddito superiore ai 15 mila euro. Il dipendente pubblico avrebbe comunque autorizzato i pagamenti sulla scorta di semplici colloqui verbali senza acquisire le attestazioni Isee, dichiarando però falsamente di averlo fatto. Il funzionario è stato anche deferito alla Procura regionale della Corte dei Conti di Bari per il danno erariale. I finanzieri provvederanno inoltre a contestare le violazioni amministrative commesse dai beneficiari, per il recupero di quanto indebitamente percepito e per l’applicazione delle relative sanzioni.(Trm)
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