“Mancano i “Contenuti Minimi” previsti dalla norma regionale
Il Documento Strategico del Commercio lunedì approderà in Consiglio comunale a Taranto, ma noi, in rappresentanza di Confesercenti, Casaimpresa e Confartigianato, chiediamo che venga differita la discussione e l’approvazione dello stesso.
All’attenzione della massima assise, giunge dunque un documento che, a nostro parere, non è rispondente alle reali esigenze, in quanto non rispetta alcune norme regionali, e inoltre non è frutto di confronto e condivisione con le associazioni che conoscono perfettamente il contesto cittadino ed i bisogni del commercio locale. Confesercenti, Casaimpresa e Confartigianato hanno inviato lo scorso agosto una missiva all’amministrazione comunale al fine di chiedere di esaminare nel dettaglio la situazione del commercio tarantino, ed in particolare la distribuzione degli spazi a disposizione tra negozi di vicinato, che generalmente occupano locali non troppo estesi, e quelli di medie e grandi dimensioni, che quindi hanno bisogno di superfici più ampie. Era il 31 agosto scorso, quando è stato consegnato all’assessore allo Sviluppo Economico, Fabrizio Manzulli, e successivamente alla Commissione Attività Produttive, il documento congiunto contenente “proposte di integrazioni e modifiche del Documento strategico del commercio di Taranto”, a seguito del quale ci aspettavamo una riconvocazione che però, con nostra grande sorpresa, non è arrivata.
Nel documento, mettevamo in evidenza come nella bozza del Documento strategico del commercio esaminata non fossero soddisfatti appunto i cosiddetti “Contenuti Minimi” indicati all’art.12 della L.R. 24/2015 “Codice del Commercio” ed agli articoli 11/12/13 e 14 del Regolamento Regionale 11/2018 (“Requisiti e procedure per l’insediamento di medie e grandi strutture di vendita e strumenti di programmazione”).
Mancano interventi mirati a sostenere il commercio cittadino, soprattutto quello che insiste su parti del territorio interessate dal triste fenomeno della desertificazione (vedi via Mazzini, via Principe Amedeo per citare solo alcune vie), o a favorire la nascita di nuove attività (esempio in città vecchia). Altra mancanza deriva dall’assenza di regolamentazione dei pubblici esercizi: viene totalmente omesso quanto previsto dall’art. 39 comma 1 della legge 24/2015.
Per quel che riguarda i locali commerciali nel centro cittadino, si potrebbe per esempio usufruire dei primi piani, come del resto accade da tempo in altre città, anche piuttosto vicine, come la stessa Bari; poi, oltre alle misure atte a sollevare dal carico delle tasse, che sono obiettivamente poca cosa in confronto al bisogno, si potrebbe pensare a incentivi veri e propri, mirati ad agevolare le nuove aperture. Quest’ultimo intervento è stato messo in atto di recente in alcuni Comuni della stessa provincia ionica.
La richiesta di approfondimento partita dalle nostre associazioni in particolare puntava, e punta ancora oggi (per questo chiediamo il rinvio della discussione del DSC) alla necessità di porre alla base dell’importante strumento di pianificazione, che dovrà essere discusso in Consiglio comunale, i dati che fotografano l’esatta situazione.
Secondo noi quindi, per completare l’analisi e renderla veritiera, andavano considerati una serie di aspetti, e andavano fatti determinati passaggi che evidentemente sono stati bypassati, così come del resto, lo ribadiamo, richiede le legge regionale.
Nel caso in cui l’amministrazione comunale dovesse proseguire con questo atteggiamento di indifferenza nei confronti delle richieste delle associazioni, e quindi mantenere la data di lunedì per la discussione e l’approvazione del punto 7 all’o.d.g. del Consiglio, si andrebbe inevitabilmente incontro ad una incontrollata crescita delle medio-grandi superfici nelle aree periferiche (già largamente presenti), ad un ulteriore indebolimento delle aree commerciali urbane (Borgo, Battisti, Liguria, Tamburi) e ad un allontanamento della speranza di crescita dell’offerta commerciale in città vecchia.
Auspichiamo quindi, nel comune interesse di agevolare un settore in grande affanno, che l’amministrazione comunale dimostri una sensibilità tale da voler raccogliere le nostre istanze e non penalizzare ulteriormente un settore economico strategico per la città, in cui operano migliaia di piccole e medie imprese ed ancor più lavoratori,
in un contesto di recente descritto dal quotidiano Sole24Ore come drammatico per la grave flessione del potere d’acquisto dei tarantini.
Tutto ciò è contenuto in una nuova lettera inviata nelle ultime ore al sindaco Melucci, all’ assessore al ramo Manzulli, al presidente della Commissione delle AA.PP. Lo Muzio, e al presidente del Consiglio comunale Bitetti.
Vito Lobasso Presidente Confesercenti Taranto
Francesca Intermite Presidente Casaimpresa Taranto
Domenico D’Amico Presidente Confartigianato Taranto
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