Oggi fa freddo, un vento di scirocco accarezza Ginosa, la Puglia è tutto il Sud. Del periodo natalizio, a livello profano, rimame la sensazione di pienezza irrisolta che ti danno le grandi abbuffate in famiglia, che sembrano dover debordare da un momento all’altro, come se non le riuscissi a contenere, insieme al dispiacere nascosto, inconscio e contraddittorio di una pausa comunque terminata e delle feste finite.
Lunedì, si ritornerà a lavorare e a parlare e raccontare dei problemi di sempre. Il traffico, gli incidenti sul lavoro, i fumi rossastri del siderurgico di Taranto, l’incertezza di un futuro precario; senza tralasciare i venti di guerra, Che spazzano il Mediterraneo e l’est Europa.
Il Natale, tuttavia non passa mai senza lasciare traccia e alimentare una speranza nuova.
I magi nell’iconografia classica, rappresentano il mondo a cui Gesù si presenta, donando la luce di un bambino che nasce e prefigurando la sua morte e Risurrezione, che si compie ogni giorno della vita di ogni uomo.
I magi potrebbero anche rappresentare, a mio avviso, in una visione eminentemente laica, la scienza e la tecnica che si inchinano ad un’etica superiore, al senso di intima giustizia, che viene dall’amore di Dio creatore.
«Dopo aver adorato il bambino, I Magi, avvertiti da un angelo, non tornarono da Erode, ma da un’altra strada raggiunsero nuovamente il loro paese.
Dio non è una lampada di Aladino, non ti risolve i problemi in maniera magica. Ti dà un nuovo spirito per affrontarli.
Se riuscissimo a capire questo e a tenerlo nel cuore per più di un giorno, avremmo già fatto, un grosso passo avanti.
Tutto ciò che fai, come diceva Sant’Agostino, fallo con amore. Non aspettare domani, comincia da oggi, come i Magi.
Michele Pacciano
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