“Il più grave errore che il nuovo Governo potrebbe commettere sul dossier ex Ilva è quello di considerare solo gli aspetti che riguardano la competitività ed il futuro della siderurgia italiana”. Michele Mazzarano, Consigliere regionale del PD, torna sulla vertenza della grande industria che continua ad essere sotto i riflettori.
“Tutti i Governi che lo hanno fatto, tralasciando i problemi sociali e ambientali, sono andati a sbattere.
Quella fabbrica – prosegue Mazzarano – è entrata in crisi perché non ha rispettato l’uomo e l’ambiente, e ha calpestato un territorio che ancora attende di essere risarcito.
Nulla è cambiato a dieci anni di distanza dal sequestro dell’area a caldo; nulla è cambiato neanche con l’avvento di Arcelor Mittal che, secondo l’allora Governo, dopo l’uscita di scena dei Riva, avrebbe dovuto salvare fabbrica e lavoratori. E nonostante l’ingresso dello Stato, sebbene come socio minoritario, con la costituzione di Acciaierie d’Italia, siamo ancora in mezzo al guado.
Taranto è ancora in una spirale infernale tra evidenze epidemiologiche drammatiche, lavoratori costretti ad accettare un ricorso esagerato agli ammortizzatori sociali, imprese dell’indotto sul lastrico e costante rischio di licenziamento. Nessuna certezza dunque nè sul piano industriale, atteso invano da troppo tempo, nè sulla sostenibilità finanziaria del processo di decarbonizzazione.
L’ultimo atto di Acciaierie d’Italia nei confronti delle imprese dell’indotto – conclude la nota – è il colpo mortale, la conferma di una strategia che penalizza sistematicamente il contesto che accoglie, imponendo ancora alla comunità, ai lavoratori e al tessuto economico di pagare un caro prezzo”.
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