Presso il reparto Produzione Lamiere (Pla2) dell’ex Ilva di Taranto, i mesi di lavoro durante l’anno si sono ridotti davvero a poca cosa; in più, ad ogni ripartenza le condizioni igienico-sanitarie, ma più in generale la gestione dei vari aspetti della vita lavorativa all’interno della fabbrica, sono tutt’altro che migliorati.
Mancano, da parte di chi ricopre ruoli dirigenziali, decisioni che possano determinare interventi di manutenzione straordinaria e influire sulla introduzione di innovazioni impiantistiche capaci di rendere più sicuro e agevole il lavoro. Al contrario i dirigenti dell’azienda pensano bene di appesantire i carichi fino a renderli davvero eccessivi, tanto da creare disagio nello svolgimento dell’attività lavorativa. Molti i dipendenti che si ritrovano ad operare da soli per via di una organizzazione balorda.
Inoltre, sulle strade percorse dai lavoratori all’interno della fabbrica ci sono carcasse di piccioni ed escrementi che, com’è noto, portano malattie. Ovvio che con le alte temperature, il tutto risulta insostenibile.
Le intemperie che hanno caratterizzato l’ultimo fine settimana hanno comportato, a causa del tetto del capannone da tempo ridotto ad un colabrodo e delle condotte pluviali fatiscenti, la caduta di acqua all’interno del reparto, su componenti elettrici. Fortunatamente ciò non ha causato danni al personale in turno. La fermata degli scorsi mesi avrebbe avuto un senso se il tempo fosse stato impiegato per fare investimenti mirati a proiettare nella maniera più opportuna l’acciaieria nel futuro. Così non è stato.
Usb torna a segnalare, come ha sempre fatto, le incongruenze ormai fin troppo evidenti all’interno dello stabilimento, sia alla direzione aziendale che agli enti preposti al controllo, con l’obiettivo di evitare conseguenze serie per la salute e la sicurezza dei dipendenti.
In questa circostanza, ci rivolgiamo ai responsabili del Pla 2, e quindi al capoarea Cordisco, ed ai capireparto Pasculli, Carone, Russo e Talema affinché si preoccupino di raccogliere per una volta le segnalazioni dell’Usb.
Attendiamo intanto una convocazione ai tavoli ministeriali per mettere fine a questo meccanismo tutt’altro che virtuoso, al momento anche avvallato da uno Stato che aumenta le percentuali limite di incidente rilevante ambientale, sanitario e infortunistico. L’auspicio è che si mettano in campo interventi che possano aprire un discorso diverso, che parta dalla nostra proposta mirata a mettere in sicurezza tutti i lavoratori attraverso il passaggio obbligato dell’accordo di programma.
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